Ricordato il sacrificio di Salvatore Vinci

 

Vercelli – Sono passati 29 anni da quel terribile 29 gennaio 1989, quando l’appuntato Salvatore Vinci, che faceva parte dello storico Nucleo investigativo del maresciallo Cesare Gallo venne ucciso sulla strada che porta da San Giacomo Vercellese a Villarboit da colleghi carabinieri che, in realtà, erano rapinatori, mentre si accingeva ad arrestarli. Un fatto sconvolgente, che si concluse con il suicidio di uno dei carabinieri-assassini, e di cui parlò l’Italia intera.

Per il coraggio mostrato in quell’atroce e per lui fatale giorno, Vinci venne decorato alla memoria con la medaglia d’oro al valor civile. Successivamente, su proposta dell’allora sindaco Andrea Corsaro il tratto della ex via Gioberti che comprende in pratica solo il numero civico della caserma “Gano Gadu” gli è stato intitolato e ogni anno, appunto il 29 gennaio, i carabinieri e l’Associazione Carabinieri (i militari in congedo) vanno ad omaggiare la memoria di Vinci sia alla lapide posta sul luogo dell’omicidio sia a quella situata in piazza Amedeo IX, di fronte al Tribunale e accanto al Monumento al Carabinieri di Guido De Bianchi. Alle cerimonie è sempre presente la moglie di Vinci, Vanda Rege (a sinistra nella foto).

Oggi, alla memoria dell’appuntato è stata celebrata anche una messa in Sant’Angnese, alla presenza delle massime autorità provinciali: il prefetto Michele Tortora, il questore Rosanna Lavezzaro, il comandante provinciale dell’Arma tenente colonnello Andrea Ronchey. Per il Comune, c’era l’asessore Ranieri. Tutti si sono stretti attorno alla signora Vinci. La messa è stata concelebrata da doni Fabio Negri con il cappellano della Legione Carabinieri Piemonte e Valle D’Aosta, don Saverio Finotti.

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