Il racconto di una studentessa vercellese per il Giorno del Ricordo

Riceviamo e pubblichiamo volentieri la testimonianza di Vanessa Costanza, studentessa della classe V B del corso Servizi socio-sanitari dell’Istituto Professionale “Lanino”, che si è recata insieme ai suoi compagni a visitare la mostra sul massacro delle foibe, allestita al Salone Dugentesco.

10 Febbraio: Giorno del Ricordo

Una data che dal 2004 ha messo in luce i misfatti di una storia che non avrebbe mai dovuta essere esistita.

Come non ricordare, conoscere l’orrore delle foibe, una pagina crudele da poco inserita anche sui libri di Storia?

Lunedì mattina noi allievi delle classi V A e V B del corso Servizi socio-sanitari dell’Istituto professionale “Lanino”abbiamo visitato la mostra allestita presso il Salone Dugentesco per non dimenticare il massacro delle foibe, l’esodo istriano, giuliano, dalmata.

Il percorso espositivo della mostra è egregiamente curato dal Centro Studi Piemontestoria per rinnovare il ricordo della tragedia che si consumò tra il 1943 e il 1945.

Grazie a una visita guidata abbiamo avuto l’opportunità di addentrarci in un momento atroce della Storia contemporanea.

La nostra guida ha fatto un excursus sulla storia della ex Jugoslavia fino alla Guerra fredda.

Abbiamo visto carte geografiche , oggetti, libri, fotografie di capi di Stato, divise militari…

Gli eccidi perpetrati dall’esercito popolare di liberazione della Jugoslavia del maresciallo Tito, ai danni di militari e civili, in larga prevalenza Italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, allora appartenenti al Regno d’Italia, poi annessi dalla Jugoslavia, si sono consumati durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra.

Il massacro delle foibe, cave naturali carsiche divenute fosse comuni, è stato tra i momenti più crudeli della storia del Novecento, il secolo definito del “male assoluto”.

Nelle foibe venivano gettati i corpi delle migliaia di vittime di coloro che non la pensavano politicamente come il comunista Tito e i Titini.

Abbiamo visto le fotografie della foiba di Basovizza che ha suscitato in noi angoscia e tristezza. La nostra guida ci ha detto che questa foiba è l’unica visitabile.

Nelle foibe avvenivano stragi sistematiche attuate con violenza come strumento politico.

Veniva colpita soprattutto l’Intellighenzia: professori, militari, poeti, prefetti, sindaci, ingegneri…

Perché?

Per togliere punti di riferimento al popolo, per creare smarrimento.

A seguire ci fu l’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana. Furono 350.000 gli Italiani che scapparono.

La guida ci ha parlato dell’esodo per esempio da Pola. Si scappava con una valigia e con la propria pelle.

Una cosa che ci ha colpito è che da questi esodi non era più possibile far ritorno nella ex Jugoslavia.

Finalmente, dopo anni di silenzio, oggi si dà voce a una tragedia rimasta nascosta.

È giusto ricordare: ricordare significa sensibilizzare per far sì che ciò non accada più e per rendere onore alle tante vittime di una cieca dittatura.

Un’opportunità questa mostra per noi studenti che ringraziamo la scuola, il Centro Studi Piemontestoria per averci dato la possibilità di approfondire una pagina della Storia che per troppo tempo è stata tenuta segreta ,”infoibata”.

Vanessa Costanza

Classe V B Servizi socio-sanitari

Istituto professionale “Lanino”

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