Riceviamo e pubblichiamo
Gentili Redazioni,
Sono Marco Martucci, docente in forze all’IIS “Camillo Cavour” di Vercelli.
Mi accingo a scrivervi per mettervi al corrente di un progetto pensato con e dalle allieve ed allievi del nostro indirizzo “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale” che consta nella realizzazione di un libro digitale di favole e racconti dal titolo “Fiabe di Cuore” realizzato con lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione di una scuola in Ucraina, la cui demo è reperibile al link.
https://online.fliphtml5.com/henri/zrnn/
Avremmo idea di sfruttare la piattaforma ministeriale IDEArium https://idearium.pubblica.istruzione.it/crowdfunding/ per fare una raccolta dal basso di offerte che possano essere accumulate e investite per lo scopo prefissato e siamo alla ricerca di un’associazione od un ente fidato, esperto nel campo, a cui affidare la raccolta e l’interfacciamento con le esigenze sul territorio ucraino, oltre ad una o più piattaforme che possano ospitare il testo realizzato dalla nostra scuola e metterlo a disposizione degli utenti previo versamento di una offerta che la stessa piattaforma ci indicherà come congrua.
Questo testo nasce con l’idea che per parlare di pace bisogna essere pronti per primi per farla e proporla, e l’unica maniera, a nostro dire per attuarla senza imporla, è dichiarare di essere pronti a ri-costruire, cioè a gettare il cuore verso l’ostacolo e ricominciare nuovamente a ripristinare quanto è in sintonia con l’animo umano ed il concetto di civiltà. Dire “Siamo pronti a ricostruire, e tu?” vuol dire anche provare ad instillare in chi sta combattendo un ragionevole dubbio su quanto si sta portando avanti e sull’ingiustizia della guerra, che ha privato del futuro ogni generazione. Voler ricostruire significa essere dalla parte delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi di entrambi i fronti: offrire loro un futuro, una famiglia che si prenda cura di loro; regalare loro sogni ed idee, cioè il domani. Un domani che senza di loro, e delle famiglie e del sistema educativo che ne hanno cura, non potrà semplicemente esistere. Su entrambe i fronti.
Se tutte/i dichiarassimo “siamo pronti a ricostruire”, e mandassimo aiuti in tal senso, sicuramente la situazione cambierebbe. Nulla è più forte dell’evidenza e dell’esigenza della pace. Gli stessi soldati e soldatesse, ne siamo convinte e convinti, si fermerebbero per assaporarne il gusto. E getterebbero le armi, collaborando per la ricostruzione, mettendosi alle spalle questa terribile vicenda di cui, ai più, sfuggono le motivazioni che la hanno generata.
Avere una scuola che non sia solo istituzione, ma educazione e luogo di incontro fra culture, spazio dedicato alla conoscenze ed al preservare le tradizioni e la memoria, così come luogo per sperimentare innovazioni che non abbiano costi per le famiglie, in quanto come prima agenzia educativa, essa deve poter offrire a ogni persona la possibilità di vivere esperienze che normalmente, per le famiglie, siano difficili se non impossibili da sostenere per tutta una serie di motivi che sono sotto gli occhi di tutti, e che permetterebbero a bambine e bambini, ragazze e ragazzi di avere i giusti stimoli per far crescere i loro sogni e contribuire così alla crescita del paese.
Questo per noi significa scuola.
Nella speranza che possiate aiutarci a diffondere ed a trovare chi possa gestire i fondi, lavorando così per rigenerare il futuro di quell’infanzia e gioventù, ad ora precariamente in bilico, porgo
Cordiali Saluti
Marco Martucci





