In Piemonte via al tampone rapido con risultato in 15 minuti disponibile per tutti

Il Piemonte inizia a utilizzare il tampone rapido con risultato in 15/20 minuti che sarà disponibile per tutti.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio

“Abbiamo un milione di test rapidi a disposizione del servizio pubblico regionale. Li useremo per testare tutte le Rsa del Piemonte ogni 15 giorni da qui alla fine di gennaio, nelle scuole, sul personale sanitario della regione, negli ospedali e nei pronto soccorso, negli uffici sensibili come quelli giudiziari. Ma vogliamo allargare a tutti i privati la possibilità. Per questo in Piemonte da oggi è possibile, presso tutti i laboratori pubblici e privati, chiedere il test rapido”. Lo ha detto nel pomeriggio in conferenza stampa online il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

“È possibile farlo – ha spiegato – con una prenotazione presso le farmacie del Piemonte – fatta di persona e non al telefono -, e tramite il medico del lavoro per le aziende che vorranno farlo, e stiamo definendo l’accordo per farlo presso i medici di base. Il tutto a un prezzo contenuto, il prezzo medio per una farmacia che andrà a fare il tampone a casa con un infermiere si aggira intorno ai 40 euro”.

“Non occorrono fogli o richieste, chiunque può andare a richiedere il tampone da privato e quel risultato sarà inserito sulla piattaforma, perché il tampone antigenico rapido quando dà un esito negativo dà un esito certo, uguale al molecolare. In caso di test positivo il servizio sanitario regionale disporrà il tampone molecolare. Faremo più in fretta. Oggi garantiamo 13mila tamponi tradizionali al giorno. Se l’evoluzione del contagio cresce non basteranno, coi test rapidi siamo pronti a fare di più”.

I tamponi saranno disponibili già da domani al pronto soccorso delle Molinette a Torino e nei giorni successivi in tutti gli altri reparti di emergenza della Città della Salute torinese e del resto del Piemonte. La Regione, come detto, ne ha acquistato 1 milione, i primi 50mila sono arrivati oggi al laboratorio di microbiologia e virologia di Città della Salute di Torino e saranno utilizzati per i pazienti che arrivano in pronto soccorso.

In farmacia il test rapido – ma anche il sierologico, se si vuole – si deve prenotare di persona e non al telefono. Le prenotazioni dovrebbero partire alla fine di questa settimana, dice il presidente di Federfarma Piemonte, Massimo Mana. Il test si paga e non è a carico del sistema sanitario regionale. Lo fa chi vuole, anche chi sta benissimo ma soffre di ansia e vuole sapere.

Il costo si aggira sui 40 euro, e sui 30 se in famiglia si acquistano due test antigenici, in grado di assicurare una risposta in venti minuti. Sono 1.550 le farmacie piemontesi, per ora ci sono 8mila sierologici e altrettanti rapidi a disposizione “ma saranno riassortiti molto velocemente”, assicura Mana.

Per sottoporsi al test non si va in farmacia, precisa Federfarma: “Evitare code e altre occasioni di assembramento è l’obiettivo”. Un infermiere andrà a domicilio ma solo trascorsi tre giorni dalla prenotazione per fare in modo che eventuali sintomi abbiano il tempo di manifestarsi.

Una parte si paga al momento della prenotazione, che dovrà essere di persona perché si dovranno comunicare una serie di dati personali.

Il test rapido è meno invasivo rispetto a quello tradizionale e soprattutto ha tempi di risposta molto più veloci. È sufficiente inserire il tampone nel naso del paziente, catturarne le secrezioni nasali – non i frammenti di Rna come nel caso del tampone molecolare – senza salire fino alla faringe. Il tampone viene poi esaminato da una macchinetta a lettura facilitata e in 12 minuti si ha il risultato che chiarisce se si è positivi o no al coronavirus.

Oltre alla macchinetta sarà possibile esaminare il test anche con le strisce.

Il test rapido è molto attendibile se dà risultato negativo, mentre è meno sensibile del tampone molecolare in caso di positività: per questo i protocolli prevedono che se il test rapido è positivo, il paziente sia sottoposto a tampone tradizionale per confermare la diagnosi.
A inizio novembre, poi, grazie al tampone rapido antigenico inizierà la “fase due” dello screening per 20mila lavoratori delle forze dell’ordine. Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, dopo aver incontrato, ieri sera, i rappresentanti delle forze dell’ordine per concordare le modalità dell’operazione, con il coordinamento dell’Asl Città di Torino.
L’iniziativa coinvolgerà i ventimila operatori, su base volontaria, tra forze dell’ordine, forze armate, polizia locale, vigili del fuoco e lavoratori dei tribunali ordinari, amministrativi e contabili.

La dotazione complessiva è di 2,4 milioni di test, frutto di una gara indetta in estate insieme alla Regione Veneto: 1 milione è stato già acquistato (600 mila dal Dirmei e 400 mila dalle aziende sanitarie), il resto è stato già ordinato.

La consegna della prima fornitura da un milione si concluderà la prossima settimana e 164.000 test sono già stati consegnati in queste ore sul territorio (50.000 alla Città della Salute di Torino, 19.000 all’Asl Città di Torino, 2.000 alla TO5, 900 alla TO3, 1.000 al San Luigi di Orbassano), 59.000 a Cuneo, 15.000 ad Asti, 13.500 ad Alessandria, 2.000 a Biella, 1.600 a Novara, 300 a Vercelli, mentre i primi quantitativi per il VCO sono in consegna nei prossimi giorni.

“Saranno impiegati – ha concluso il presidente Cirio – per testare casi sospetti di Covid, negli ospedali e nei pronto soccorso, per screening nelle scuole e nella Rsa e residenze per anziani, oltre che sul personale sanitario, sulle forze dell’ordine, negli uffici giudiziari e nelle Prefetture. Se qualcuno risulterà positivo entrerà in isolamento e sarà sottoposto al tampone molecolare per la conferma della positività, con tempi più veloci perché il sistema dei laboratori, grazie ai test rapidi, dovrà analizzare meno tamponi. Chi otterrà esito negativo potrà invece riprendere la sua normale attività e il risultato sarà inserito sulla piattaforma Covid. Posso dire con orgoglio che siamo tra le prime Regioni in Italia ad aver predisposto un programma così strutturato”.

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3 Commenti

  1. “Il test rapido è molto attendibile se dà risultato negativo, mentre è meno sensibile del tampone molecolare in caso di positività: per questo i protocolli prevedono che se il test rapido è positivo, il paziente sia sottoposto a tampone tradizionale per confermare la diagnosi”… PROPRIO COME IL TEST LENTO! .. lo si potrebbe dire complessivamente inattendibile? Vale se negativo e non se positivo!! Quando mai s’era sentita una affermazione simile fra “gli scienziati”? .. navighiamo a vista? Sarebbe il meglio da attendersi.
    La non-gratuità comprova che per il momento ci vogliono testare in maniera ancora non coercitiva. Si rivolgono ai veri-appassionati, sperando che trascinino la massa .. per poi porre nuove limitazioni, magari ai recalcitranti, ancora non testati?? Quale è lo scopo ultimo di questa operazione di massa? Escluderei i “motivi di salute”, visto che a tutt’oggi, per fortuna, di covid19 non muore quasi più (se non semplicemente-) nessuno … quindi tutto il resto è possibile.

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