“Il partigiano che beffò la morte” ha commosso tutta la Sala dei Marmi

 

Vercelli – Nonostante la concomitanza con altre tre iniziative, di vario genere, ma tutte contemporanee, alle 18, ha ottenuto uno straordinario successo l’evento che si è svolto ieri, venerdì, alla Sala dei Marmi della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli: la rappresentazione di “Evaso, il partigiano che beffò la morte” a cura del giornalista Marco Barberis.

Per la prima volta Vercelli ha parlato ufficialmente di un fatto accaduto nel post 8 Settembre, vale a dire la fucilazione del 22 dicembre di quell’anno, a Biella, cui scampò miracolosamente l’allora diciottenne partigiano Alfredo Baraldo, che, dopo quell’incredibile fugga dalla morte, cambiò il soprannome partigiano da “Ciccio” ad “Evaso” e risalì in montagna a combattere i nazifascisti.

Poco prima di morire, ma cinquantadue anni dopo, di malattia, all’ospedale di Vercelli, Baraldo raccontò quella giornata a Barberis che la registrò. Quell’intervista è stata trasmessa appunto oggi nella sede della Fondazione, e, attorno ad essa, lo stesso Barberis, con la collaborazione dello scrittore e storico Alessandro Orsi, del giornalista Enrico De Maria e dei giovani studenti Alessandro Ugliotti e Matteo Rastelli, ha costruito una avvincente drammaturgia, con il supporto di immagini e registrazioni d’epoca e di canzoni dedicate a quei tempi.

Alla presenza del figlio di Baraldo, Ivano, e della sua famiglia, di molti parenti di Baraldo, di anziani partigiani, di esponenti dell’Anpi e dell’Istituto per la storia della Resistenza, nonché del sindaco Maura Forte e del presidente della Fondazione ospitante, Nando Lombardi, i numerosi presenti hanno potuto ascoltare con commozione e pathos il racconto di quelle drammatiche ore fatto proprio dall’interessato. Un evento che verrà “esportato” in altri ambiti, soprattutto nelle scuole, previa una miglior resa del sonoro (si tenga conto che la registrazione era del marzo 1995) ricorrendo anche a didascalie per tendere più intelligibile il drammatico racconto di “Evaso”.

Al termine, Enrico De Maria ha recitato la bellissima poesia che il poeta biellese  Dante Strona aveva dedicato alla vicenda di Alfredo Baraldo, di cui era stato testimone diretto.  Questo il finale: “Quel giorno era morta la città – / anche la mia giovinezza / moriva: / nei boschi di prealpe / tra i ricci di castagne / si accendevano / i primi fuochi di bivacco”.

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here