Ovest Sesia: “Da sabato Santhià avrà di nuovo l’acqua per l’agricoltura. Ma si apre un problema tecnico e politico con Est Sesia”

“Stiamo riaprendo le bocchette, da domani, sabato, anche la zona irrigua di Santhià riavrà l’acqua. Siamo stati costretti a toglierla per tre giorni per motivi assolutamente indipendenti dalla nostra volontà, ma così facendo abbiamo scongiurato gravi rischi per settantamila ettari di territorio sugli 80 mila di nostra competenza. Certo ci sono stati problemi, disagi per alcuni agricoltori, ma secondo quanto abbiamo appurato per fortuna niente di irreparabile. Adesso riconsegniamo l’acqua a questo territorio che potrà essere rialimentato in tempi rapidissimi perché lì c’è un crocevia di canali. Ma anche se la situazione, per fortuna, si normalizzerà, noi di Ovest Sesia non riteniamo né politicamente né tecnicamente chiusa la questione: un fatto del genere non deve più assolutamente ripetersi”.

Il presidente di Ovest Sesia Stefano Bondesan

Il presidente di Ovest Sesia Stefano Bondesan, dalla vacanza, spiega a TgVercelli il “caso” scoppiato martedì, con Ovest Sesia costretta a soccorrere la gemella Est Sesia, in base all’accordo di riparto sottoscritto nel 1978, togliendo acqua alle risaie, al mais e altre coltivazioni del Vercellese, per cederla all’agricoltura novarese. Una scelta dolorosa – seppure ridotta nel tempo: da mercoledì a venerdì – che ha trovato l’approvazione però anche dei vertici dell’Unione agricoltori. Dice il presidente provinciale Benedetto Coppo: “Ovest Sesia, vincolata dall’accordo di riparto, non poteva fare diversamente e, a nostro avviso ha agito nel miglior modo possibile, di fronte a questa improvvisa emergenza, commassando l’acqua in due sole zone, per poi restituirla  a quella di Santhià, anziché toglierla a tutte le aree in egual misura”.

Ma perché, Ovest Sesia si è trovata di colpo a prendere una decisione così drastica. “Perché -spiega Bondesan – all’improvviso Est Sesia ci ha comunicato che il Consorzio del Ticino aveva chiuso tutti i suoi approvvigionamenti dal Lago Maggiore, attraverso il canale Regina Elena. In base agli accordi del 1978, abbiamo subito dovuto intervenire per rifornire Est Sesia di quell’enorme quantità d’acqua che le era venuta a mancare e non ci è rimasto altro da fare che decidere come toglierla provvisoriamente alla nostra agricoltura, provocando i minori danni possibili: così abbiamo operato la nostra scelta. Ci rimproverano di non aver dato preavvisi, purtroppo non li abbiamo avuti anche noi”.

La spiegazione di quanto è accaduto l’ha fornita la stessa Unione agricoltori di Novara: visto che, nonostante le piogge abbondanti delle scorse settimane, il livello del Lago Maggiore era tornato ad abbassarsi, la Regione Lombardia e il Consorzio del Ticino, sollecitati dai Comuni della riviera del Lago Maggiore, hanno di colpo negato ad Est Sesia la richiesta di proseguire il prelievo della risorsa idrica fino al 10 agosto per problemi di navigazione. Dunque le ragioni dell’industria turistica hanno prevalso su quelle dell’agricoltura.

“Ancora una volta – ha commentato duramente l’Unione Agricoltori di Novara – ci chiediamo quali siano le priorità: acqua per produrre beni alimentari o acqua per produrre energia e consentire la navigazione turistica?”

L’accenno dell’Unione agricoltori di Novara tocca un tema delicato: Est Sesia ha utilizzato troppa acqua per rifornire le centrali idroelettriche, a scapito dell’agricoltura anche vercellese, visto l’accordo di riparto? Sono le questioni su cui Ovest Sesia adesso pretende una riflessione tecnica e politica.

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