In venticinque minuti, o poco più, la trasmissione “Nuovi Eroi” di Rai3 è riuscita a rendere alla perfezione, consegnandola ad un pubblico televisivo assai vasto, la figura di Carlo Olmo.
Merito dello stesso Olmo, che ha raccontato la sua vita iniziata in un orfanotrofio di Volta Mantovana quando aveva appena quindici giorni. “Lì – ha detto Olmo – mi abbandonò la mia madre naturale, un donna poliomielitica che, per vivere, faceva la prostituta e che aveva già altri sei o sette figli”.
In quell’orfanotrofio, il piccolo Carlo è felice solo quando va a raccogliere le uova depositate delle galline per consegnarle alle suore. Ma un giorno, le uova gli cadono dalle mani e, per punizione, una suora lo rinchiude per molte ore dentro una grande stia. Un incubo che il “Lupo Bianco” rivive con angoscia, quando ci ripensa, anche ai nostri giorni.
Finché accade il miracolo. Quando ha sette anni, una coppia benestante di Vercelli, lui fa l’avvocato civilista, lei la farmacista, Piero e Paola Olmo, lo adottano e lo portano nella sua prima casa a Vercelli, che il piccolo Carlo paragona ad una reggia.
E da lì, Carlo Olmo ha preso a narrare gli altri incontri importanti della sua vita: quello con l’aiuto cuoco Jin del ristorante cinese che si trovava nell’ex “Ruota d’Oro” di corso Libertà (siamo negli Anni Ottanta): ed è Jin a introdurlo alle arti marziali; e poi quello con la sua attuale compagna di vita Angela Oliviero, a sua volta intervistata nella trasmissione. In mezzo, la laurea in Giurisprudenza e la professione di avvocato, abbandonata di punto in bianco, perché la sua vocazione era un’altra.
Poi il racconto dell’apertura dell’Accademia Shen Qi Kwoon Tai (“Realizzata proprio dove prima c’era un orfanotrofio”) e, via via, sempre con la suggestiva voce narrante fuori campo di Veronica Pivetti, fino ai giorni nostri, quando finalmente Olmo ha potuto “restituire” alla sua Vercelli, ma anche ad altri destinatari (in Italia e nel mondo) ciò che gli era stato donato a partire dai suoi sette anni.
La narrazione televisiva (svolta anche attraverso un’intervista al dottor Gianni Scarrone) di ciò che l’orfanello di Volta Mantovana – che suore inumane punivano con ferocia solo per aver rotto qualche uovo di gallina – ha poi fatto per aiutare medici di famiglia e ospedalieri, intere città (Vercelli compresa), tanti paesi, Case di riposo, operatori del soccorso e centinaia di famiglie è, si può dire, ancora cronaca di questi giorni.
La puntata si è conclusa con la vicenda del conferimento, da parte di Mattarella, del Cavalierato speciale: scopo di “Nuovi Eroi” è appunto quello di far conoscere i Cavalieri Bianchi del Coronavirus che il Presidente decise di premiare con l’altissima onorificenza – consegnata in Quirinale – proprio per l’aiuto, concreto e generoso, dato alle popolazioni colpite dal Coronavirus.
E chi ha visto la puntata di stasera può dirsi orgoglioso, se vercellese, di avere un concittadino così. Per i non vercellesi è d’uopo invece esprimere tanta ammirazione.