Nasce un nuovo ospedale tecnologico dietro al Sant’Andrea

bdr

 

Vercelli – All’esterno dell’ospedale Sant’Andrea, e per la precisione sul retro della struttura, verso corso Avogadro di Quaregna, dove attualmente c’è un’ampia porzione di terreno, sorgerà un ospedale più piccolo dove saranno radunati i principali Servizi di Urgenza ed Emergenza (Dea, sale operatorie e Rianimazione) e di supporto (Sterilizzazione): la struttura, il cui progetto di costruzione e concessione sarà appaltato entro un anno e che comporterà tre anni per la realizzazione, sarà dotata di tutte le tecnologie più avanzate e, a livello di ospedale “spoke”, vale a dire di secondo livello, non avrà rivali in tutto il Quadrante.

Un progetto ambizioso che risolverà tra l’altro l’annoso problema di un Pronto soccorso ormai del tutto inadeguato dal punto di vista strutturale (ed efficiente solo grazie all’impegno dei medici e degli infermieri): carenza affrontata da più amministrazioni dell’Asl, ma sinora mai risolta.

Si cimenta nell’impresa il direttore generale, Chiara Serpieri, che ha presentato oggi l’idea con il direttore sanitario Arturo Pasqualucci e l’ingegnere capo Giuseppe Giammarinaro. Era presente anche il sindaco Maura Forte, che ha spiegato di aver seguito, passo passo, la questione e di essere orgogliosa di questa innovazione fondamentale per la città. Ha detto il sindaco: “Nell’arco di un quadriennio Vercelli sarà in grado di proporre cure con tecnologie all’avanguardia che la stessa Novara, pur sede di un ospedale hub, non sarà in grado di possedere, se non in tempi assai più lontani”.

Ma vediamo le tappe di questo nuovo ospedale che sorgerà all’interno dell’ospedale, senza che la realizzazione della nuova strutturata vada ad ostacolare l’attività quotidiana. Come ha spiegato Chiara Serpieri, il piano parte da lontano. I responsabili dell’Asl, assistititi dai tecnici, hanno innanzitutto messo a fuoco le necessità più urgenti e imprescindibili, individuandole appunto nella completa ristrutturazione del Dipartimento Urgenza/Emergenza. Quindi le hanno radunate in una “data room” virtuale con la quale, a partire dallo scorso 9 dicembre, hanno sondato il mercato, scegliendo di avviare – e per Vercelli è una novità assoluta – un Progetto di Partenariato Pubblico-Privato (PPP). In sostanza, l’Asl si è rivolta alle aziende più importanti del settore e ha detto: “Io vorrei realizzare queste cose, mi presentate una vostra proposta progettuale?”. Le aziende dovranno rispondere entro il 15 marzo, dopodiché l’Asl esaminerà le proposte e la più aderente alle proprie richieste costituirà successivamente la base del capitolato di una normale procedura di concessione.

Secondo la dirigenza generale la procedura di gara per l’individuazione del concessionario potrà essere avviata entro il settembre di quest’anno; quindi entro il giugno del 2019 si arriverà alla stipula della convenzione e, come dicevano prima, si procederà alla costruzione del mono-blocco (che sarà realizzato su tre piani, su un’area di 2 mila metri quadri).
I vantaggi del PPP riaspetto ad un appalto ordinario stanno innanzitutto nella certezza dei tempi e dei costi: l’Asl che, di legge, finanzierà l’opera con fondi propri fino al 49 per cento del totale, non spenderà un solo centesimo sino a quando l’opera non le verrà consegnata “chiavi in mano” dal concessionario, che quindi, per non rimetterci economicamente, dovrà necessariamente rispettare i tempi della consegna. A quel punto, la struttura “vecchia”, che sarà stata in funzione sino a quel momento, passerà totalmente le consegne alla nuova dotata di tutte le tecnologie più avveniristiche. E non solo. La convenzione prevede pure che le tecnologie siano rinnovate una volta diventate obsolete. “E in sanità – ha detto la dottoressa Serpieri – le tecnologie, pur ipoteticamente ancora avanzate, diventano ‘obsolete’ nell’arco di dieci anni”.

Sempre con il PPP ci sarà pure la garanzia della certezza dei costi della concessione. l’Asl infatti concorderà con il concessionario un “canone di disponibilità” fisso. Qualora il concessionario non riuscisse a garantire la piena disponibilità delle prestazioni, il canone decrescerà proporzionalmente fino ad un ipotetico annullamento. Dunque, verranno fissati in convenzione standard qualitativi di livello molto elevato (come ha messo in rilievo il sindaco) e, in caso che questi standard non dovessero essere rispettati, il concessionario ne patirà le conseguenze economiche. Ecco perché il PPP mette al riparo l’Asl anche da questo tipo di rischio.

In attesa che il mono blocco venga costruito (anche qui con tutte le tecnologie all’avanguardia, nel rispetto dell’ambiente: “io ho il cuore green”, ha detto la Serpieri), l’Asl avrà tutto il tempo necessario per decidere che cosa mettere al posto di Rianimazione, Dea e sale operatorie negli spazi attualmente occupati. E’ prevista infine la realizzazione di nuovi parcheggi, forse anche un pluripiano.

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