L’esempio dato da Borgosesia di un servizio “para scolastico” con i ragazzini, i cui genitori vanno al lavoro, che possono andare in apposite strutture sicure, messe a disposizione del Comune, e attuato con procedure di distanziamento e controllo protocollate e che hanno avuto l’ok degli apparati sanitari, sta prendendo piede e avendo successo. Oggi il Presidente della Regione Alberto Cirio, intervenendo a Storie Italiane su RAI Uno, ha detto di essere “orgoglioso del fatto che i primi bambini a tornare a scuola in Italia siano stati in Piemonte, grazie all’iniziativa del sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani”.
Un’affermazione che prelude a una possibile estensione del progetto al resto della regione: “Come Regione – ha infatti aggiunto Cirio – abbiamo non soltanto sostenuto, ma abbiamo considerato come una “best practice” da estendere in tutte le altre aree del Piemonte e d’Italia, perché è vero che bisogna preoccuparsi di far tornare a lavorare le persone, ma non bisogna mai dimenticarsi dei figli di queste persone”.
L’idea potrebbe essere utile anche per l’estate imminente, dove la necessità di trovare strutture per i figli con i genitori al lavoro si fa impellente visto che non tutti possono permettersi o accedere al bonus baby sitter.
Cirio sottolinea che la Regione “ha stanziato due milioni di euro per i Comuni e gli oratori del Piemonte per anticipare ‘Estate ragazzi” e aggiunge che: “Bisogna preoccuparsi di far tornare a lavorare le persone ma anche dei figli di queste persone, perché non tutti hanno la possibilità di pagare la baby-sitter o non hanno la fortuna di avere i nonni a disposizione”.
L’esperienza del comune della Valsesia, ideata dal sindaco, onorevole Paolo Tiramani, in un primo momento aveva scontato la bocciatura e l’opposizione della ministra Azzolina, ma Tiramani non si era fermato. Ora, arrivano nuove conferme anche dalla Regione e altre città d’Italia guardano al “modello Borgosesia” come un vero laboratorio, o un punto di riferimento da cui partire per progettare iniziative simili.
