Il mistero dei fusti e manufatti seppelliti nell’area ex Sorin: la procura ordina nuovi scavi

 

Vercelli – Nell’edizione delle otto di sera di oggi, 21 dicembre, al Tg1, il procuratore capo della Repubblica di Vercelli, Pier Luigi Pianta, ha dichiarato che è stata aperta un’indagine su un fatto avvenuto undici anni fa all’interno dell’area ex nucleare Sogin di Saluggia. Durante alcuni scavi per realizzare le fondamenta di un deposito nucleare, una ruspa portò alla luce alcuni fusti da cento litri e uno strano manufatto in cemento e acciaio con la forma di una piramide spezzata. Agli operai venne ordinato di reinterrare i fusti e il manufatto in una buca, su cui fu poi gettata una colata di cemento. Ad affermarlo, ripreso di spalle, uno degli operai in questione. Nessuno ha mai detto ufficialmente né saputo che cosa ci fosse in quei fusti e nel manufatto di cemento e acciaio.

 

Si è invece fatto riprendere senza alcun problema l’ex responsabile dello smaltimento dei rifiuti CarloAlberto Girone, che, mappa del sito alla mano, ha indicato dove manufatto e fusti sono stati di nuovo seppelliti dagli operai, quel giorno del 2007, dopo l’orario di lavoro. Il sospetto – che però potrebbe rivelarsi del tutto infondato –  è che siano stati interrate scorie radioattive.

Il dottor Luigi Pianta ha dichiarato che “nelle prossime settimane si scaverà”, per accertare che cosa ci sia là sotto e per fugare ogni dubbio. Le indagini continue dell’Arpa nome hanno mai riscontrato alcunché di anomalo in quell’area, se non dati del tutto compatibili, ma non allarmanti, con la presenza del nucleare, ma la procura vuole vederci chiaro anche perché, come ha affermato il dottor Pianta, il geolocalizzatore ha accertato la presenza del manufatto interrato.

Dal canto suo, LivaNova, la società subentrata a Sorin, assicura che sono state compiute due indagini geofisiche, e che non è emerso alcunché di anomalo.

A margine di questa notizia, resta il fatto che negli anni si sono succeduti governi di ogni colore, ma nessuno è mai riuscito (perché la scelta sarebbe impopolare e non pagherebbe in termine di voti) non solo a realizzare, ma nemmeno ad invidivuare il famoso deposito nazionale di scorie nucleari. Morale: le scorie, tra l’altro in gran parte liquide, e dunque pericolosissime, continuano ad essere custodite a Saluggia, in sicurezza, ma in un’area assolutamente non adatta (vista la vicinanza con la Dora Baltea) come disse anche il Nobel Carlo Rubbia.

Ma nessuno sembra intenzionato a prendere in mano questo problema che dovrebbe essere tra i più urgenti da finalmente risolvere, oggi, in Italia.

edm

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