Mercoledì la benedizione degli animali in Sant’Antonio

Vercelli – Mercoledì 17 gennaio, nella chiesa di S. Antonio Abate, nedll’omonima via, a Vercelli, si celebra la Festa di S. Antonio, il grande asceta del deserto e padre dei monaci. Nell’occasione, anche quest’anno la Confraternita, guidata dal priore Giulio Pretti, si appresta alla festa del santo con la celebrazione della messa alle 17 di martedì 16 preceduta dalla recita del rosario.

Il giorno successivo, mercoledì, ricorrenza del Patrono di tutti gli animali domestici, alle 9 avrà luogo la celebrazione della messa del mattino durante la quale avrà luogo la “benedizione del pane”; alle 11 sarà poi celebrata la messa solenne presieduta da mons. Mario Allolio, vicario generale della diocesi eusebiana, con la presenza delle autorità civili e del mondo del lavoro. La messa serale sarà infine celebrata alle 17.
La benedizione degli animali portati in chiesa dai vercellesi sarà impartita al termine di tutte le celebrazioni della giornata. Puntualmente, sonno tantissimi i cittadini che portano a benedire i loro compagni di specie domestici.

Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Successivamente il Papa accordò agli Antoniani il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade; nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento. Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio”. Per questo motivo, nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla.

Sant’Antonio Abate è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster. Ancora oggi il 17 gennaio, specie nei paesi agricoli e nelle cascine, si usa accendere i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di sant’Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera.

 

(La foto della benedizione dello scorso anno è di Renato Greppi)

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here