Studenti ed ex studenti di Informatica dello Scientifico e il loro insegnante, il professor Marco Crosa, sono in questo momento da annoverare tra i vercellesi che stanno facendo qualcosa di straordinario per la loro città, con la certezza che presto saranno in grado di aiutare tutto il Piemonte.
Hanno infatti realizzato, con stampanti 3D, un connettore, una valvola, in grado di trasformare una maschera da snorkeling (proprio quelle che vende Decathlon) in respiratori salvavita, pronti ad essere utilizzati dall’ospedale Sant’Andrea e probabilmente, tra non molto, da altri ospedali piemontesi. Ne abbiamo parlato ieri sul nostro giornale leggi qui), e oggi approfondiamo la notizia.
Diciamo subito che non per caso, da un giorno all’altro, gli studenti dello Scientifico “Avogadro” della dirigente scolastica Paoletta Picco, sono diventati così bravi da porter realizzare questa valvola in grado di trasmettere perfettamente l’ossigeno dall’erogatore dell’ospedale alla maschera da snorkeling, seguendo le istruzioni del loro docente a sua volta edotto, passo dopo passo, dai primari dell’Infettivologia (Silvio Borrè) e della Rianimazione (Carlo Olivieri). Sia i due studenti (l’appena diplomato Tommaso Poma e l’allievo della Quarta C di Scienze Applicate Francesco Caccavo) che, come il professor Crosa, hanno in casa la stampante in 3D, con cui hanno realizzato i connettori in plastica (è un polimero dell’acido lattico), sia gli altri ragazzi che li hanno aiutati, ovviamente attraverso il video, sono epigoni del fantastico gruppo coordinato dagli insegnanti Lucetta Bertinetti e Luca Oliva che, nella stagione 2016/17, aveva vinto il Campionato Mondiale di Zero Robotics, una competizione internazionale di programmi informatici (nella fattispecie erano state elaborate le traiettorie di alcuni satelliti attorno a Marte) sponsorizzata dalla Nasa e dall’Agenzia spaziale europea Esa e organizzata dal Massachusetts Institute of Technology.
Nel 2019 lo Scientifico di Vercelli è quindi giunto in finale, ad Alicante, alla fase europe dello stesso concorso. In sostanza, il gruppo vincente, in entrambi i casi, era formato dai più promettenti studenti in Informatica delle varie classi. E’ così che si sono formati gli studenti che hanno realizzato in questi giorni le valvole indispensabili per realizzare i nuovi respiratori che salveranno vite umane.
Dunque un recentissimo passato glorioso che ha suggerito al professor Crosa di domandarsi se i suoi studenti potessero fare qualcosa per aiutare la loro città in questo momento. L’idea è poi partita da lui, come spieghiamo nel nostro articolo precedente, leggendo sul Web del progetto brevettato dalla Isinnova di Brescia, ma i suoi ragazzi l’hanno sviluppata, seguendo le sue direttive, nel giro di poche ore. Dopodiché è stato determinane il ruolo di trait-d’union tra il presidente della Commissione regionale alla Sanità Alessandro Stecco e l’Asl. Il dottor Borrè e il dottor Olivieri, pur dopo giornate difficili e faticosissime hanno trovato il tempo di studiare la proposta e di fornire le indicazioni precise per metterle a punto. Il professor Crosa ha ottenuto un’autorizzazione speciale per incontrare – protettissimo – i due primari e sperimentare praticamente le valvole che poi, via via, sono state perfezionate sempre con le stampanti 3D.
“All’inizio – racconta Stecco – è stato un lavoro quasi artigianale, in cui abbiamo dovuto improvvisare. Io, ad esempio, mi sono dovuto ingegnare a trovare una maschera da snorkeling, e non è stato facile. Finalmente ne ho trovata una con un appello su Facebook, ed ora che ci penso non l’ho ancora nemmeno pagata, ma onorerò il debito. Poi c’è stata la conoscenza con lo straordinario professor Crosa, favorita dall’assessore comunale Patrizia Evangelisti, e i suoi fantastici studenti. E soprattutto, c’è stata l’Asl che ci ha creduto e quindi la consulenza pratica essenziale di Borrè e di Olivieri. Questi maschere per il nuoto in superficie potranno diventare un essenziale sostituto per i respiratori in grado di fornire la ventilazione CPAP, qualora incominciassero a scarseggiare. Adesso il problema sarà reperire le maschere, e non penso che sia insormontabile, ma anche e soprattutto le stampanti 3D in grado di realizzare i connettori. Per qualunque forma di aiuto in questa impresa, potete contattarmi su Facebook oppure chiamarmi al 3519041006”.
Anche il professor Crosa è felice per il contributo dato dai suoi studenti alla sanità e ai cittadini vercellesi: “Hanno lavorato sodo e bene, sia i ragazzi che hanno la stampante 3D sia tutti gli altri che si sono messi in rete per supportarli. E’ stata un’esperienza fantastica, sono orgoglioso dei miei studenti”.
Edm