Daniel Martinazzo, 66 anni, il più grande giocatore di hockey su pista che la nostra città abbia mai avuto, è tornato a Vercelli oggi, dopo l’ultima visita nella città (gennaio 2023) in cui ha vinto ben tre tornei nello stesso anno il 1983 (scudetto, Coppa Italia e Coppa Cers). Ospite di Tonino Olivieri al “Modo Hotel” ha incontrato l’amico fraterno e a sua volta grande giocatore e quindi direttore sportivo quell’indimenticabile Amatori, Gianni Torazzo, e un gruppo di appassionati ex giocatori e tifosi, tra cui lo storico dell’hockey vercellese Marco Aimo e il presidente dei Veterani dello Sport Enrico Falabino.
Dopo i recenti Mondiali di Novara, Martinazzo, che faceva parte della commissione tecnica che ha curato il grande evento nella città vicina, si è fermato in Italia (dove, nel Milanese, abita sua figlia) e non poteva, come ha sottolineato, “non venire a Vercelli”, prima di ripartire per la città di Argentina, San Juan, dove abita e da cui se n’era andato circa due mesi fa.

Con l’amico “Toro”, tanti ricordi. La volta che Mino Battistella – “colonna” dell’hockey vercellese che aveva contribuito a riportare in A l’Amatori di Giuseppe Domenicale e quindi al secondo posto nella massima serie, dietro alla Corradini – era andato a osservarlo, giovanissimo, nel Castiglione della Pescaia, in serie B. Era stato Battistella a suggerirlo a Domenicale e a Torazzo che si erano precipitati ad andare a fargli firmare il contratto, per la stagione ‘82-‘83, ai Mondiali in Portogallo.
E poi ovviamente, la foto di gruppo con gli appassionati, con lo sfoggio di quella maglia, gelosamente conservata da Andrea Rampazzo: la numero 6, che Martinazzo indossava il giorno di quel famoso spareggio-scudetto in casa col Lodi. A 53 secondi alla fine, in un PalaIsola ammutolito, gli ospiti stavano vincendo 2 a 1, ma Martinazzo, con quella maglia, segnò un gol impossibile, rinviando tutto allo spareggio bis di Viareggio, stravinto poi dai gialloverdi. Il primo scudetto per l’Amatori, subito bissato la stagione successiva, la ‘83-‘84: altro super spareggio a Trissino, con il Monza.
Poi l’addio di Martinazzo a Vercelli, ma la nostra città continua a rimanere nel cuore del Maradona dell’hockey. Che, stasera,ha ammesso di sentirsi come Cristiano Ronaldo, spiegando: “Messi potrebbe anche non allenarsi, ma giocherebbe splendidamente lo stesso perché ha avuto in dono un talento naturale smisurato. Ronaldo mi è assai più vicino perché io ero ero come lui: metà talento naturale, ma metà allenamento, tanto, tantissimo allenamento”.





