Onorare la memoria dei tre medici vercellesi, Luciano Bellan, Giovanni Canavero e Franco Barillà, che hanno perso la vita nell’adempimento della propria missione, vittime della terribile epidemia di Coronavirus, proprio quel terribile male che loro stessi hanno cercato di combattere con tutte le forze, proteggendo la salute dei loro pazienti. E’ questa, in sintesi, la motivazione che ha spinto l’Ordine dei Medici di Vercelli a istituire tre borse di studio, del valore di 2.500 euro cadauna, riservate a giovani laureati in medicina e chirurgia. Un contributo che andrà a sostegno della formazione di tre giovani futuri medici, che avranno il compito di fare la propria parte per costruire un domani, una sanità più integrata e sostenibile, una sanità sempre meno ospedalizzata e più a domicilio, più capillare, cercando di fornire ai medici di medicina generale, gravati da un compito di per sé già gravoso, gli strumenti giusti per portare la medicina dal paziente e non viceversa. L’ufficialità dell’erogazione delle Borse di Studio dedicate ai tre medici, è stata data nella tarda mattinata di oggi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede di corso Magenta.
“Con l’assegnazione di queste borse di studio – spiega il Presidente, dottor Germano Giordano – non solo vogliamo onorare la memoria di tre colleghi che, purtroppo, non sono più con noi, ma anche come futura memoria di quello che è stata ed è tuttora la pandemia, che ha impattato in maniera deflagrante su un territorio che ha evidenziato le proprie debolezze e per indurre le generazioni future a ripensare ad un modello di sanità territoriale strutturata in maniera tale da poter non solo far fronte alle esigenze della popolazione, ma anche di poter creare una sinergia a protezione di tutti gli operatori del settore. In questa ottica, l’intenzione dell’Ordine è quella di portare avanti nel tempo questa iniziativa, rinnovandola annualmente, per onorare la memoria dei colleghi e per far sì che non cada nell’oblio la finalità primaria della nostra professione. La borsa di studio si rivolge a giovani laureati in medicina e chirurgia, i bandi verranno pubblicati già lunedì 5 sul nostro sito, ed è stata presa la decisione di lasciarli pubblicati per un periodo di 90 giorni, tenuto anche dell’imminenza delle vacanze estive. Il candidato dovrà dichiarare la propria media voto, presentare la tesi di laurea ed una dichiarazione esplicativa, che verrà valutata da una commissione presieduta dal nostro Vice Presidente dottor Giovanni Scarrone e alla presenza dei figli dei dottori Bellan e Canavero che, a loro volta, hanno intrapreso la carriera medica”.
Non solo un commosso ricordo, ma anche una proiezione su quello che potrà essere lo scenario futuro del nostro sistema sanitario, i cui errori strutturali sono stati messi impietosamente a nudo dal dilagare della pandemia Covid-19. “Queste borse di studio – osserva il Vice Presidente Scarrone – vogliono essere non solo un doveroso ricordo, voluto per ricordare dei colleghi medici caduti nell’adempimento del proprio dovere, ma anche un ricordo di tutti gli altri medici italiani (ben 387) che hanno dovuto subìre la medesima sorte, nonchè i dottori e operatori sanitari che si sono trovati a dover fronteggiare una situazione tanto drammatica quanto imprevista, rimanendo a loro volta contagiati, riuscendo a curarsi e poi a tornare al proprio lavoro. Siamo tutti stati messi a dura prova dall’imperversare improvviso del Coronvirus ma, seppur con molta fatica, siamo riusciti a contrastarlo soprattutto grazie ai vaccini; speriamo che, entro il mese di settembre, si possa arrivare a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Spero che questi giovani cui consegneremo le borse di studio, possano un giorno trovare le soluzioni giuste per rendere più fruibile e capillare la sanità nei singoli territori e, di conseguenza, migliorare la nostra vita”.
Il dilagare della pandemia, oltre a prendersi un numero altissimo di vite umane, ha messo anche in evidenza delle carenze a livello strutturale della sanità, non solo a livello territoriale o nazionale, ma anche mondiale. “La pandemia – sottolinea il Segretario dottor Sergio Macciò – sia per i medici quanto per gli operatori sanitari è stata un evento impensabile che lascerà cicatrici profonde; non solo per chi ha perso dei colleghi e degli amici, ma anche per chi è riuscito ad attraversare questo periodo rimanendo finora illeso. Anzi, per molti di noi, questa situazione ha offerto spunti di riflessione. “Perché lui o lei e non io?”. L’unico modo per attraversare questa situazione, è quello di uscirne migliori, cercando di ricavarne qualcosa di positivo e ripensare ad una sanità diversa, forse migliore. Quello che abbiamo imparato sulla nostra pelle di medici è che in futuro, tra ospedale e territorio sarà necessario creare un fronte comune, fare gruppo. Questo è già successo quando è esplosa la pandemia: sono caduti tutti gli steccati tra specialisti diversi, siamo diventati un corpo solo che cercava di trovare il modo più efficace per affrontare questa emergenza. Il senso delle borse di studio, sostanzialmente è questo: guardare al futuro e ad insegnare ai futuri medici ad affrontare situazioni di questo tipo con una visione diversa da quella utilizzata fino a poco tempo fa”.