Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci da una nostra lettrice, firmata, ma che manterremo anonima per le necessarie questioni di privacy
Fatto accaduto stamane – (6 maggio 2020 ndr.) – alla “Piastra” ambulatoriale dell’ASL di Vercelli. Sono incinta e mi sono recata alla Piastra per effettuare un prelievo di routine. Arrivata, mi viene dato il numero e scopro di avere ben 49 persone davanti, al che chiedo se devo fare tutta la fila, dato il mio stato interessante, e mi viene detto di sì. Mi metto in fila, in piedi e sotto il sole, insieme agli altri pazienti interdetti quanto me che avessero tolto la corsia preferenziale per le gravidanze, a maggior ragione in questo periodo dove bisogna limitare gli assembramenti.
Facendo una chiamata alla piastra per chiedere ulteriori informazioni riguardo questa nuova disposizione, viene semplicemente detto che da ora è così. Passa ancora un po’ di tempo, ed escono due impiegate dell’ASL infastidite dal fatto che era arrivata una chiamata di lamentele per l’eliminazione della corsia preferenziale per le gravidanze, quando mi sono fatta avanti dicendo che la chiamata era partita dal mio compagno, che non trovava giusta così come me questa situazione, mi è stato detto che bastava dire che non mi sentivo bene per passare davanti a tutti.
Ora, io mi chiedo, per avere un giusto diritto che viene riconosciuto al supermercato o in qualsiasi altro posto dove c’è da fare are una fila, bisogna inventarsi di stare male?
Io vorrei solo che si venisse a conoscenza di questo fatto perché credo sia giusto reintegrare la corsia preferenziale per chi è in stato di gravidanza dato che molti esami devono essere fatti anche a digiuno.
Grata per l’aiuto che mi state dando, mettendo a conoscenza i cittadini di questa situazione.
Cordialmente
Lettera firmata
