L’arbitro e il solito attacco che spara a salve spingono la Pro verso il baratro

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PRO VERCELLI-AVELLINO: 0 A 0

Un rigore solare non concesso dal signor Di Martino di Teramo (e dal segnalinee sotto la gradinata Nord) e la cronica mancanza di concretezza in attacco puniscono una delle più belle Pro della stagione e la spingono verso la Lega Pro, perché se non si vincono queste partite casalinghe le speranze sono davvero ridotte al lumicino.

L’Avellino di “Monzon”Novellino ha fatti super catenaccio, di fatto in superando quasi mai la sua metà campo nel secondo tempo, ma ha portato a casa il pari che si prefiggeva. Ispirata da un sontuoso Vives, e sostenuta da una grande difesa, che non ha fatto toccare palla ad Ardemagni e a Castaldo, Pro ha cercato di fare gioco, affidandosi all’estro di Ghglione sulla destra e si Mammarella sull’altra fascia, alle folate imperiose di Germano e alla vena (purtroppo non realizzativa) di Morra e di Reginaldo.

L’Avellino ha eretto una sorta di palizzata, con Ngawa a giganteggiare in mezzo all’area e ha retto-In tutta la partita, gli irpini hanno avuto una sola palla-gol (e colossale) costruita da Ardemagni per Molina, quasi allo scadere del primo tempo. Ma niente in confronto alle tante sciupate per un nonnulla dalla Pro: anche con il non trascendentale Ardemagni di oggi, la Pro avrebbe fatto bottino pieno.

Potremmo raccontare tanto altro, di questa partita giocata col cuore (abbiamo visto ad un certo punto due centrali della Pro andare a costruire una delle tante palle gol sulla fascia sinistra in attacco) e con sagacia tecnico-tattica, ma è anche giusto sottolineare che, sfortuna a parte, Lazzerini non ha dovuto fare miracoli.

Concludiamo però partendo dall’inizio e cioè dal rigore non concesso al 4’. La Pro, con un Grassadonia infuriatissimo (ed espulso mal 40’) ne ha invocati altre tre, ma sinceramente, c’era tutto solo il primo. E’ accaduto che Ghiglione ha crossarlo assai bene dalla destra e che, sulla girata di testa di Reginaldo, un difensore ha parato. La distanza non era eccessiva, d’accordo, ma secondo le regole canoniche del calcio, solo il portiere può parare con le mani.

IL TOP: Vives. Con lui in campo è tutt’altra musica. Fa cose preziose (un tacco in area nella ripresa che è un giulebbe), difende, trascina.
IL FLOP: L’attacco. C’è poco da fare: le punte della Pro vengono sempre anticipate al momento di cacciarla nel sacco, e oggi è accaduto più volte. Il segnalinee ha graziato Raicevic per un errore semplicemente fantozziano.

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