Lagerkonzert per il Giorno della Memoria

Torna sul palco la Compagnia teatrale della Civetta e lo fa sabato 20 gennaio al cinema Lux di Borgosesia (inizio ore 21.15, ingresso libero). Questa volta portando in scena “Lagerkonzert”, allestito appositamente per ricordare il Giorno della Memoria. Come già accaduto in passato (processo di Auschwitz e sterminio segreto dei disabili), anche questo spettacolo rientra in un percorso di ricerca sui temi dell’olocausto e del nazifascismo.

La drammaturgia del regista Andrea Piazza parte da una storia vera, quella dei prigionieri del ghetto di Terezin che decisero, riuscendoci, di mettere in scena il “Requiem” di Giuseppe Verdi davanti alle SS naziste, compiendo in tal modo un atto di profonda opposizione e vendetta attraverso l’arte. Era il 1944 e le truppe tedesche erano già in ritirata. La storia del “Requiem” allestito dal prigioniero Rafael Schachter si mescola allora alle vicende del ghetto e alle singole, commoventi, storie dei protagonisti di quell’esibizione, personaggi indimenticabili, che si imprimono negli occhi degli spettatori.

A Terezin i nazisti concentrarono il fior fiore dell’elite intellettuale ed artistica europea: cantanti d’opera, orchestrali, direttori, attori, decine e decine di prigionieri di altissimo livello artistico. In un certo senso furono proprio Hitler e i suoi a creare le condizioni per questa resistenza non violenta. Del resto, i piani del Fuhrer erano di trasformare Terezin in un ghetto-modello, da glorificare attraverso la propaganda. Ovviamente, la realtà era ben diversa.

A scandire il racconto, interpretato da Eugenio Paglino, Lara Princisvalle, Maristella Sala, Arianna Soffiati e Fabio Zanello Velato, sono le parole di un membro di quell’orchestra, sopravvissuto prima al ghetto e poi ad Auschwitz. Parole che pesano e commuovono, ma che sanno anche raccontare con ironia a volte tagliente e grottesca.

«Sembra un racconto di fantasia, ma è tutto vero – spiega Andrea Piazza – è incredibile pensare a cento e più prigionieri ebrei che cantano in faccia ai loro torturatori “siate maledetti, bruciate nelle fiamme dell’inferno”, con quei carnefici che, ignari di tutto, stanno lì in sala ad applaudirli contenti. Ecco a cosa può arrivare la musica, l’arte».

L’allestimento tecnico è curato da Simone Valmacco, Paolo Grazioli e Andrea Depaoli dell’associazione 92 decibel. Per maggiori informazioni: [email protected]

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