Ieri, andando alla ricerca, sul Web, di foto con il grande rivale, Livio Berruti, di Sergio Ottolina scomparso a 80 anni, mi sono imbattuto in un’immagine straordinaria: l’arrivo della finale dei duecento metri del 17 ottobre 1964, a Tokyo. C’erano ben due italiani: il torinese-stroppianese Livio Berruti ed il brianzolo di Lentate sul Seveso Sergio Ottolina: arrivarono, rispettivamente, quinto e ottavo e su quel mancato podio, che sarebbe stato il secondo dopo l’oro di Roma, Berruti ha sempre recriminato.
Facciamo un po’ di storia. Livio e Sergio erano e sono sempre rimasti amici, anche se Ottolina, di tre anni più giovane, gli faceva scherzi a ripetizione: una volta gli rubò la maglia azzurra di Roma, un’altra, sapendo che Livio amava correre con le scarpette bianche, gliele dipinse di nero. Berruti era campione olimpico e primatista mondiale: 20” e 5 il suo tempo, realizzato due volte a Roma, in semifinale e in finale il 3 settembre 1960, quando aveva 21 anni. Allora i tempi venivano presi manualmente al decimo di secondo.

Ma nel 1962, un americano, Henry Carr gli strappò il record del mondo correndo il 20” e 3 e l’anno dopo arrivò addirittura a 20” e 2. Ovvio che il favorito ai Giochi di Tokyo fosse lui. E, sempre in quel fatidico 1964 accadde che Livio fu privato anche del primato europeo, che pr sempre gli apparteneva con il tempo di Roma, e stavolta proprio dal giovane irriverente: il 21 giugno 1964 in un meeting a Saarbrüken, in Germania, Ottolina fece registrare un sensazionale 20” e 4, terza prestazione di tutti i tempi.
I due atleti azzurri si presentarono con biglietti da visita di assoluto prestigio a Tokyo: uno era il campione uscente, l’altro il fresco primatista europeo.
In batteria, nei quarti di finale e in semifinale, Berruti e Ottolina si comportarono benissimo. Nel penultimo turno, arrivarono entrambi secondi ed entrambi con 20” e 7: Berruti alle spalle di Carr (20” e 6) Ottolina dietro all’altro americano Paula Drayton (20” 5: record olimpico eguagliato). Da notare che nella sua semifinale, Berruti aveva preceduto sia Edwin Roberts, di Trinidad e Tobago, sia il canadese Harry Jerome.
Ed è qui che incominciano le recriminazioni. Carr a parte, i due Azzurri possono giocarsela con tutti gli altri per i restanti posti sul podio. Berruti, in particolare, è caricatissimo. E’ andato alla sua seconda Olimpiade con la solita gioia e leggerezza che metteva in tutte le cose, ma, come ha messo piedi in Giappone ha ritrovato forti sensazioni vincenti. Però tutto viene vanificato da un sorteggio avverso: quello delle corsie.

Allora non importavano (come invece accade adesso) gli esiti della semifinale, per l’assegnazione della corsia si procedeva al sorteggio che, a qui tempi, contava maledettamente, specie se avevi la sfortuna di vederti assegnare la prima corsia, la più interna, continuamente battuta dai mezzofondisti. Non c’era ancora il tartan e le piste erano in terra battuta: vedersi relegato in prima significa, per i velocisti che devono disegnare la curva, perdere decimi decisivi. A Livio tocca proprio la prima, a Ottolina la seconda. Non c’è gara: Carr trionfa con un grande 20” e 3, pur con il vento contrario in dirittura d’arrivo, davanti al connazionale Drayton (20 e 5”) e ad Edwin Roberts (20” e 6). Quarto finisce Harry Jerome pure in 20” e 7, davanti a Berruti, pur sempre primo degli europei, in 20” e 8, che precede di un soffio l’eterno rivale polacco Marian Foik, l’altro statunitense Dick Stebbins e Ottolina. In semifinale, Livio aveva battuto sia il terzo sia il quarto classificato.
E in queste tristi ore in cui l’atletica e Livio Berruti piangono Sergio Ottolina, ci è sembrato giusto andare con il ricordo a quel giorno storico per lo sport italiano con due Azzurri in una delle finali più prestigiose, in assoluto, delle Olimpiadi.
Enrico De Maria






L’unico oro internazionale il grande Ottolina lo vinse a Napoli nella staffetta (con Berruti) ai Giochi del Mediterraneo, 1963.
https://napoli.repubblica.it/sport/2013/09/29/news/i_giochi_del_mediterraneo_grande_evento_di_50_anni_fa-67541339/
Fra i rari video .. difficili da interpretare:
https://youtu.be/896ixJDN3Sg