Per la prima volta un vercellese sul “red carpet” della Mostra del Cinema di Venezia

Olmo tra Chiaramonte e Gangitano sul red carpert della Mostra di Venezia.

(Dal nostro inviato a Venezia)

Per la prima, e probabilmente unica, volta, ieri, un vercellese è salito sul prestigioso “red carpet” della Mostra di Venezia, con un importante riconoscimento in mano: il premio “International Starlight Cinema Award”, assegnatogli da una giuria di giornalisti specializzati nella critica cinematografica, per “la storia” (riconoscendone quindi l’alto valore sociale) del film “Lupo Bianco”.

Con il filantropo vercellese , sul tappeto rosso della Mostra, il regista del film, Tony Gangitano, e il produttore, Antonio Chiaramonte: il tutto, condito dalla diretta Rai dell’evento. Pochi minuti prima, il co-fondatore del premio, con Francesca Rettondini, Giuseppe Zaccaria, aveva consegnato il riconoscimento, ma stavolta alla carriera, al grande attore Remo Girone, che fa l’altro recita nel film “Lupo Bianco”, interpretando il ruolo di Piero Olmo, padre di Carlo.

Non appena ricevuto il prestigioso riconoscimento (la stampa specializzata premia la cinematografia italiana che produce opere di alto valore sociale), Olmo è stato letteralmente strappato dalla sala interna all’Excelsior dove si stava svolgendo la cerimonia, e portato, anzi trascinato sul red carpet. L’abbiamo seguito passo passo, a passo di corsa. Ci sembrava quasi in catalessi, felice e incredulo, quasi paralizzato dalla gioia. Accanto a lui non finivano di abbracciarlo Gangitano e Chiaramonte.

La gioia di Olmo, che è pienamente comprensibile, è quella di un’intera città, ammirata, che in quest’ultimo anno e mezzo (ma non solo) ha ricevuto dal filantropo quanto sembrava impossibile persino pensare di chiedere. Innumerevoli i messaggi di congratulazioni che gli sono piovuti addosso da Vercelli e da mezza Italia.

Olmo accanto a Nancy Brilli durante la cerimonia di premiazione

Abbiamo avuto modo di vedere il film in una proiezione privata che si è svolta nella sala d’essai “Giorgione”, alla presenza di Somma, di Girone, dei principali attori, della sceneggiatrice Beatrice Stephanie Genova, dei quattro musicisti vercellesi che hanno composto la colonna sonora (Francesco Cilione, Serena Rubini, Marco Giva e Silva Poy) e abbiamo potuto cogliere solo una minima parte delle sfaccettature di cui Gangitano l’ha affrescato, facendone un’opera complessa, a più letture. Non è “solo” un film sull’opera straordinaria svolta da Olmo durante la pandemia, ma è una sintesi del “pensiero” del Lupo Bianco, svolta attraverso il racconto dei fatti principali che hanno condizionato la sua vita. Carlo Olmo sta programmando l’anteprima vercellese con la CinemaSet, in attesa che il film esca nella sale italiane attraverso la normale programmazione.

Possiamo anticiparvi che c’è tanto di Vercelli e che quel tanto è stato realizzato con cura e amore da Gangitano, senza rinunciare a momenti introspettivi, ma anche esoterici. E poi, come Olmo aveva promesso, c’è la toccante dedica finale ai tre medici vercellesi che hanno sacrificato la loro vita curando i malati di Covid: Luciano Bellan, Franco Barillà e Giovanni Canavero.

Edm

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3 Commenti

  1. Complimenti molto sinceri.
    Un enorme ringraziamento per ciò che ha fatto e sta facendo per Vercelli e i Vercellesi….e non solo.
    Grande Persona.
    Perchè no,sarebbe un buon Sindaco di questa nostra città che sta soffrendo non poco per tanti aspetti.
    Cesare Cabano

  2. Sul “comparto-sociale” della Biennale è qui stato detto tutto quello che si poteva dire, da parte di TgVc .. sulla parte mondana della lunga manifestazione (in attesa del “finale”) è sufficiente la sfilata .. o “parata” d’apertura .. con le star di turno a cercare di farsi notare .. si nota anche che prosegue l’emarginazione della donna-magra, sempre meno presente e , quando c’è, pare si vergogni (salvo rare eccezioni):
    https://www.youtube.com/watch?v=bnYup84ZxRw

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