Vercelli . Una sera, in diretta televisiva – eravamo all’inizio di maggio, nell’imminenza della cosiddetta fase 2 – il commissario nazionale per l’emergenza Covid Domenico Arcuri – quello che in piena pandemia non era riuscito a rifornire di Dpi gli ospedali – annunciò, urbi et orbi, che “il giorno dopo”, ripetiamo “il giorno dopo”, non “entro alcuni giorni” oppure “di qui a poco” o, con più cautela, “tra non molto”, in cinquantamila punti di distribuzione sul territorio italiano si sarebbero trovate le famose mascherine chirurgiche a cinquanta centesimi. Si dimenticò l’Iva, che non era ancora stata tolta sui Dpi anti-Covid, ma poco importa, perché in fondo erano spiccioli.
Ciò che invece, e purtroppo conta, che il “giorno dopo”, quelle mascherine a 50 centesimi e rotti non le trovavi proprio da nessuna parte.
Di fronte ad un fallimento della comunicazione così eclatante, chiunque si sarebbe dimesso, scusandosi con gli italiani, oppure, in alternativa, sarebbe stato dimissionato dal Governo.
Invece no. Domenico Arcuri, detto “Non ti conosco, Mascherina”, adesso ha avuto da Conte un altro importante incarico: quello, udite udite, di “responsabile per la ripartenza scolastica”.
Prof, presidi, studenti, genitori di tutt’Italia: non vi resta che toccare ferro.
Von Blücher
