La Rete: “Grazie Marco. Continueremo con passione a lavorare per la città”

Il giornalista Marco Reis aveva 66 anni

Riceviamo e pubblichiamo

“La Rete” ha mosso i primi passi nel 2014. La sua complessa denominazione “Consulta per la promozione del territorio vercellese” doveva subito far sospettare quanto sarebbero diventati articolati i suoi programmi, nonostante si trattasse di una associazione nata quasi per caso un sabato mattina in un bar del centro. Perché ancora prima che esistesse ufficialmente alla base c’era già una visione chiara, organizzata e lungimirante di quelle che sarebbero state le sue attività.

 

Marco Reis sedeva in un angolo della saletta circondato da una quindicina di persone, per lo più curiosi attirati dall’appello da lui lanciato sui giornali per tentare il recupero dell’anfiteatro e dell’opificio romani di Vercelli. Tra loro anche qualche politico. Diversi presenti sono rimasti affascinati dalla prospettiva di salvare le importanti aree archeologiche, e chi ha accettato l’invito di Marco a trovarsi nuovamente per valutare proposte a riguardo ha costituito il primitivo nucleo de “La Rete”.

 

Da quel giorno gli appuntamenti si sono susseguiti senza sosta sotto la sua guida, che è riuscita a trasformare un gruppo di cittadini intenzionati a valorizzare il patrimonio locale in una vera e propria associazione di volontariato culturale. E forse, ancora più importante, a farli diventare amici.

 

Grazie al suo coordinamento non è mancata riunione in cui ognuno fornisse un contributo con le proprie idee, capacità, conoscenze. Ciascuno di noi ha competenze e interessi differenti, ma è stato lui a farli brillare e, soprattutto, a far sì che si legassero fino a fondersi. Condivisione, interazione, dialogo e confronto sono stati il motivo conduttore dei nostri incontri, che hanno permesso a tutti noi di migliorarci a livello personale e associativo.

 

Perché lui aveva capito una cosa, che noi siamo arrivati a comprendere più avanti, nel tempo: la nostra unione, paradossalmente, trovava forza proprio nelle nostre diversità. Era riuscito da subito a far sedere intorno a un tavolo persone dalle età, professioni, attitudini, condizioni sociali e ideologie politiche più svariate. E, soprattutto, a metterle d’accordo. Semplicemente lasciando spazio a ognuno, che è sempre stato libero di manifestare il proprio pensiero e proporre progetti. È per merito di questo – se vogliamo banale – presupposto che siamo sempre riusciti a conseguire traguardi importanti.

 

Ovviamente non sono mancate occasioni di attrito, tutti sappiamo quanto fosse diretto Marco. La sua visione, in special modo all’esterno dell’associazione, è stata spesso fraintesa, e comunque si è data più attenzione al modo che aveva di comunicare piuttosto che all’obbiettivo che si doveva raggiungere. Se siamo sempre rimasti vicini tra noi e a lui è perché possiamo vantarci di averlo capito e, sicuramente, di avere imparato molto, sempre fedeli a quel principio di lealtà reciproca al quale si appellava di continuo. Anche questo è servito a farci diventare ancora più coesi e ottenere risultati che ci rendono orgogliosi.

 

Continueremo disinteressatamente e con passione a lavorare per la nostra città, sapendo che la strada tracciata è quella giusta.

 

Grazie Marco.

 

Da Maurizio Roccato e da tutti gli attivisti de LA RETE con preghiera di diffusione

 

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