Gianluca Grassadonia non è più l’allenatore della Pro Vercelli. Nelle restanti due partite con Ternana e Cittadella sulla panchina dei bianchi siederà Vito Grieco, mister della Primavera. Lo ha comunicato il presidente Massimo Secondo nella conferenza convocata questa mattina nella sala stampa del “Piola”.
Secondo, che si è presentato al tavolo con Stefano Bordone, Massimo Varini e Jose Saggia, è apparso molto amareggiato. Nel suo discorso ha toccato molti temi: squadra, allenatore, scelte tecniche, impegno, campagna acquisti.
Alla fine del campionato mancano due giornate. La situazione della Pro è disperata: ultima a quota 37 con la zona playout che dista cinque punti. In altre parole al 95% sarà Lega Pro. Una decisione, quella dell’esonero, figlia di una stagione disgraziata nata sotto pessimi auspici già all’inizio con l’affare Bianchi e il filotto di sconfitte nelle prime giornate.
«A Grieco non possiamo chiedere nulla se non di finire in maniera dignitosa, almeno non arrivare ultimi», così Secondo. «Non abbiamo le risorse di altre squadre, ma a Grassadonia in entrambe le situazioni abbiamo sempre messo a disposizione un organico che poteva competere per salvarsi».
«I 37 punti che abbiamo sono frutto del lavoro di squadra, non come ha detto il mister che senza di lui avremmo 20 punti in meno».
Massimo Secondo e con lui tutta la dirigenza ha scaricato così pubblicamente Grassadonia. «Pensavo potesse darci, oltre a un gioco, anche la combattività e il furore agonistico, due caratteristiche che per la Pro sono sempre state determinanti. Contro lo Spezia tutto ciò è mancato».
«Dopo le tre partite di Atzori sembrava che le cose si fossero aggiustate. Vittorie con Ascoli e Cremonese più altri pareggi, poi è tornata la solita solfa».
«Campagna acquisti: a gennaio abbiamo preso giocatori come ad esempio Ivan che sono stati usati poco o niente. Su questo non ho mai detto nulla perché non ho voluto interferire con le scelte dell’allenatore, però sinceramente non ho capito per quale motivo non lo abbia utilizzato. Penso che la rosa non sia stata utilizzata al meglio. Lo dicono i risultati. Di Ivan abbiamo detto, poi anche Paghera. Noi abbiamo sempre cercato di accontentarlo».
Su Atzori: «Con lui abbiamo fatto tre partite, dopodiché mi sono sentito di chiedere ai giocatori il problema. Non credo gli abbiano giocato contro ma qualcosa non andava e abbiamo scelto il ritorno di Grassadonia. Penso che un buon allenatore debba vedere i giocatori che ha a disposizione e faccia le scelte che rendano al meglio le sue risorse. Evidentemente noi non siamo stati abbastanza incisivi come società a far capire sia al mister che ai giocatori quale era la nostra filosofia».
Sul futuro della società si parlerà a fine campionato, dunque a breve. «I programmi per l’anno prossimo dopo Cittadella. Per ora ho l’obbligo di credere alla salvezza, pur se le possibilità sono una su un milione. Concludo ribadendo che se a Spezia avessimo perso all’ultimo 1-0 non avrei fatto questa scelta. Vista la prestazione ho deciso di mandare via Grassadonia».
m.m.