La polemica: costi troppo alti per ostetricia a Borgosesia

Riceviamo e pubblichiamo

 

Spettabile Redazione,

Si apprende, da fonti stampa e da chi era presente, che alla presentazione della Lista della Lega Nord per il Comune di Vercelli, il Deputato, nonché sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, ha riservato severe contestazione all’assessore regionale alla Sanità Antonino Saitta e alla dirigente dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri.

Chi scrive non ha certamente alta considerazione verso l’attuale politica regionale che non ha lesinato di porre in essere azioni volte a depotenziare i servizi dell’ospedale Sant’Andrea ai cittadini, primi fra tutti quelli verso i malati oncologici, ma fedele ai numeri che mai mentono e scevro da posizioni politiche miopi, può evidenziare quello che, forse inconsapevolmente, sfugge all’On Tiramani e che sicuramente è sconosciuto ai tanti vercellesi.

Non è lontana dalla memoria la manifestazione di alcuni sindaci valsesiani, tra cui l’On. Tiramani, che la scorsa estate, armati di sedia e catene, avevano inscenato la protesta di fronte all’ospedale di Borgosesia per via della chiusura di due mesi del reparto di ostetricia e ginecologia, reparto che riaprì comunque poi a settembre scorso. Ma lontano dalla memoria, o comunque sconosciuto ai cittadini, è il costo di tale reparto che grava, non poco, sulle risorse da destinare alla provincia di Vercelli per la spesa sanitaria.

Ebbene quando l’On Tiramani critica la gestione della sanità regionale e vercellese dovrebbe ricordare che solo per la Valsesia sono stati investiti ben 700 mila euro (in otto mesi) per pagare medici “esterni” dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Borgosesia che, assommati al costo del reparto stesso, portano a poco meno di 3 milioni di euro la spesa, una cifra abnorme se si considera che in tale ospedale nascono annualmente circa 200 bambini.

Tradotto significa che ogni bambino che nasce a Borgosesia costa circa 15 mila euro, un’enormità se confrontata alla spesa prevista dalla sanità lombarda per il parto naturale che si attesta sui 2.200 euro circa.

Parliamo dunque di un maggior costo pari al 580%, costo che a questo punto renderebbe più economico il servizio prevedendo trasporti dedicati con l’elisoccorso all’ospedale di Borgomanero, di Novara o di Vercelli.

Dunque, a scapito di quello di Vercelli, l’Asl sostiene un ospedale dai costi inauditi, e tutto ciò senza che il loquace Tiramani, che viene a fare campagna elettorale spiegando ai vercellesi come devono votare, dica alcunché.

In un periodo storico segnato da una profonda e lacerante crisi, in cui le risorse vengono sempre meno, sarebbe opportuno affrontare le questioni con maggiore onestà intellettuale.

Perché nella politica del “prima gli italiani” non può essere accettato a livello locale che il capoluogo di provincia subisca, ad ogni costo, una politica del “prima i valsesiani”, e su questo vi sarebbero purtroppo già importanti evidenze.

Dovrebbe comprendere l’On. Tiramani che la gestione poco accorta della spesa sanitaria, conduce ad un impoverimento progressivo del sistema sanitario che, presto o tardi, presenta il conto, e il più delle volte ad incolpevoli cittadini.

Ma forse la contestazione mossa dall’On. Tiramani era una clamorosa autocritica per il modo in cui l’Asl amministra i soldi pubblici a vantaggio di Borgosesia, penalizzando Vercelli. E’ forse così? Ci faccia sapere.

 

Firmato

Andrea Innocenti

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