Ha rispettato in pieno le attese il primo concerto, sabato sera, al Dugentesco, della seconda stagione del “Legno che canta”. C’era grande attesa per l’ucraino Marko Topchii, premiato in più di cento concorsi internazionali di chitarra, in oltre la metà con il primo premio assoluto.
E sabato sera si è capito perché. Dopo aver schierato il meglio del chitarrismo italiano per celebrare, nella prima stagione, la figura di Angelo Gilardino, l’Associazione intitolata al maestro vercellese ha optato per cinque di coloro che possono ragionevolmente essere annoverati tra i migliori chitarristi del mondo, e Topchii aveva tutte le carte in regola per essere inserito tra i “faboulos five”. Certo, innanzitutto gli oltre cento successi nei concorsi, e poi il curriculum, che parla di concerti in ogni parte del mondo per il trentatreenne di Kiev, su palcoscenici come quelli della Carnegie Hall di New York, della Yamaha Giza Hall di Tokyo e della Salle Cortot di Parigi; poi l’esecuzione con le orchestre più rinomate dei principali concerti per chitarra, come quelli di Rodrigo, Castelnuovo-Tedesco, Ponce, Villa-Lobos, Brower, Abril, etc.; quindi, non ultima, la produzione discografica di assoluto rilievo.

Forte di queste referenze, Topchii si è presentato sabato sera in un Dugentesco affollato di pubblico, alla presenza tra gli altri del vice sindaco della città, Mimmo Sabatino, che, anche a nome del sindaco Scheda, ha avuto parole di incondizionato elogio per l’Associazione “Gilardino” che d’intesa con il Comune, ha varato un cartellone davvero rilevante per questa seconda edizione del “Legno che canta”. Ma in sala c’era anche Pietro Cantisani, presidente dell’Associazione Amici della Musica del Lagonegrese. Presenza importante e significativa. Per venticinque anni, Gilardino era stato ospite fisso, ogni estate, del piccolo e incantevole paese della provincia di Potenza, dove teneva master classes seguitissime, soprattutto da chitarristi provenienti da tutto il Meridione.

La presenza di Gilardino ha fatto sì che a Lagonegro potesse nascere e svilupparsi un Festival Internazionale della chitarra con un Concorso che dallo scorso anno è stato intitolato proprio al grande chitarrista e compositore vercellese scomparso nel gennaio del 2022.
Ebbene la prima edizione del Premio Angelo Gilardino è stata appannaggio proprio di Topchii: sabato sera Cantisani è venuto a Vercelli sia per ammirare il vincitore del suo concorso nella città dove Gilardino è vissuto per quasi tutta la sua vita, sia per celebrare, in modo toccante, il maestro vercellese di cui è stato anche allievo.
Presentato dal maestro Luigi Biscaldi, Marko Topchii ha conquistato, anzi potremmo meglio dire, stregato l’uditorio dal prima nota uscita dalla sua chitarra “Felix Müller”: quella appunto di un brano di Gilardino: lo “Studio di Virtuosità e Trascendeza” intitolato “Jondo”. Il Dugentesco era affollato di chitarristi (tra i quali non pochi già affermati concertisti), ma anche di molti ascoltatori non musicisti: tutti, indistintamente, si sono resi conto di trovarsi di fronte ad uno dei più importanti, trascinanti, strumentisti delle sei corde che mai si fossero visti all’opera in quella prestigiosa sala concertistica che, ricordiamolo, il 7 dicembre del 1959, presente l’appena diciottenne Gilardino, salutò anche un concerto di Segovia.

Che dire, dunque, della performance di Topchii? Che è stata stupefacente, un mix assoluto virtuosismo e di assoluta sensibilità interpretativa, con parentesi, nella condotta dello strumento, che potremmo definire drammaturgiche, con quella mano destra che talvolta dava l’impressione di fuggire o forse di salutare qualcuno (qualcosa?) oltre il raggio d’azione della chitarra.
Marko Topchii ha regalato perle rare (come lo stupendo Omaggio a Ravel di Armaud Dumond) e musiche assai celebri e trascinanti, vedi il brano di Agustin Pio Barrios. Alla fine il pubblico l’ha acclamato e lui, dopo balzi ginnici dalla pedana e corse a perdifiato verso l’altra parte della sala, ha concesso un bis di una tenerezza infinita, toccante (pensando alla sua patria martoriata): un pezzo scritto da sua mamma, compositrice.

Poi, domenica, Topchii ha tenuto (questa una novità di grande rilievo del secondo Legno che canta, fortemente voluta dal presidente dell’Associazione “Gilardino” Marco de Santi) la prima delle master class alla Scuola Vallotti: ne hanno usufruito, con lezioni individuali di circa un’ora e venti minuti, giovani, ma già collaudati concertisti – laureati o allievi di Conservatorio: Andrea Albini, Alessandro Bonassina, Alessandro Ciusani, Gianluca Daglio, Edoardo Tritto e Matteo Osmieri. Tutti chitarristi (ai quali si aggiungerà poi Simone Musso) che seguiranno anche le prossime master classes come borsisti, grazie alla Fondazione nata nell’alveo dell’Associazione “Gilardino”. Una curiosità: Gianluca Daglio, splendido, giovane chitarrista di origini messicane, era stato tra i sei finalisti del Concorso di Lagonegro vinto da Topchii.






Sembra che Vercelli sia ben avviata
ad assurgere alla ristretta cerchia
delle città mondiali nelle 6 corde
Vi sarà sinergia on gli altri .. strumenti ??..
con l’idea che i profani (*) si fanno
della musica in genere ?
Il pianoforte o il violino
seguiteranno a guardar, nei secoli..
con certo sussiego ..chitarra & batteria ?
Lo scopriremo soltanto vivendo
…
(*) e pressappochisti