Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sabato ero al Palapregnolato per l’inedita stracittadina dell’hockey e, forse perché sono oramai un vecchio tifoso sentimentale, ho assistito ad un qualcosa che mi ha impressionato, che mi ha spinto a scrivere queste righe.
A volte mi stupisco di come ci sia chi sembri non capire o, forse, proprio non voglia capire.
Ma forse non si percepiva in città quanto stesse scivolando in basso il vessillo della tanto amata Amatori Vercelli.
Tuttavia, a volte, capitano delle situazioni in cui la verità emerge in maniera evidente, plastica, persino esagerata nella sua crudezza!
E sabato sera è successo quel qualcosa di clamoroso ed inimmaginabile in un passato anche recente, che mi ha impressionato: al nono minuto di gioco, di una partita a Vercelli, in un palazzetto affollato da centinaia di tifosi ed appassionati decennali, l’Amatori Vercelli ha segnato una rete: ma l’ha segnata nell’assordante silenzio e nell’aperta ostilitá di tutti i presenti.
O meglio, nel silenzio eccetto di uno, la cui “verità” è ora sotto gli occhi di tutti e che per questo motivo non potrà fare la vittima immolatasi per la causa, magari recitando la parte di un novello Sansone: “che muoia io con tutti i filistei!”
Ma se venissero mai abbattute anche le ultime colonne del tempio Amatori Vercelli, la nostra tradizione, la nostra storia, tutto l’amore dei vercellesi per l’hockey a rotelle, non rimarrebbero sotto quelle macerie: poiché questi valori inestimabili hanno già trovato una nuova casa, sotto i vessilli gialloverdescudati dell’Hockey Vercelli.
E ci deve allora rassicurare la presenza di questa nuova casa, che ha guardiani sicuri in quelle tante persone, innamorate ed oneste, che la stanno organizzando.
Massimo Bignardi