Vercelli – Ex direttore di banca (alla Cassa di Risparmio) e quotato arbitro di tennis, Luigino Barale, che aveva già scritto tre libri (“Storie di Sport”, nel 2004, “Sentimento e fantasia”, nel 2005 e Casacca Blanca, ogni maledetta domenica”, nel 2017) si è cimentato adesso in un’impresa semplicemente ciclopica che, nel nostro Paese, ha ben pochi precedenti: il più autorevole e importante è quello del “Commento alla Bibbia” di Sergio Quinzio.
Ha infatti scritto, e pubblicato, per i tipi di “Effedì – Vercelli” un libro di quasi quattrocento pagine in cui, da laico, ma profondamente religioso, ha commentato i tre Vangeli sinottici e cioè quelli di Matteo, Marco e Luca. Un lungo lavoro, compiuto nell’arco di tre anni, basandosi sugli anni liturgici del Calendario Ecclesiastico: 2016 (Luca), 2017 (Matteo), 2018 (Marco).
Il libro, che si intitola “Le mie Sacre Scritture” ha in copertina il Muro del Pianto perché, come scrive l’autore nella quarta di copertina, è quello di fronte al quale “si medita, si riflette, si prega”.
“Il mondo d’oggi – spiega Barale – è posto di fronte a un muro del pianto di sopraffazioni e violenze di ogni genere. Spero che le pagine di questo libro possano aiutare ad asciugare le lacrime”.
Nella prefazione, Barale spiega perché si è accinto a quest’opera davvero imponente e, visti i tempi, controcorrente. Scrive infatti: “Ho dedicato tempo e passione a tale impegno riflettendo anche sulla mia vita giunta al tramonto, momento nel quale si cerca di fare un possibile quanto necessario bilancio della propria esistenza”.
Barale si rende benissimo conto di non essere un teologo, ma pure la sua impresa è degna di tutta la considerazione e il rispetto possibili. E, sempre nella prefazione, egli spiega di essere felice per essere riuscito a portarla a termine. Scrive infatti: “Mi resta la grande contentezza di aver portato a termine un lavoro che mi ha dato non poche soddisfazioni: jun lavoro favorito dalla splendida compagnia di Matteo. Marco, Luca e Giovanni (pur non avendo trattato direttamente il suo Vangelo, ne parla infatti diffusamente, ndr). Molti giorni trascorsi con fede, arricchiti dalla conoscenza e dalla lettura delle loro bellissime pagine”.
Il libro è stato dedicato dall’autore alla memoria della sua cara mamma, Consilia. E anche questo la dice lunga sulla passione vera, schietta e ammirevole, con la quale Barale ha scritto quest’opera senza precedenti nell’editoria vercellese.