Rosso resta in carcere: il Riesame respinge la richiesta di scarcerazione

Roberto Rosso

Roberto Rosso resta in carcere. A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame che si è pronunciato contro all’istanza di scarcerazione, o di mitigazione della misura cautelare (domiciliari) presentata dai suoi legali.

“Rispetto ma non condivido la decisione del Tribunale del Riesame di conferma della custodia in carcere – spiega, a caldo, il legale di Roberto Rosso, Giorgio Piazzese -. Non sussiste alcuna esigenza cautelare perché non vi è agli atti alcun elemento che dimostri un collegamento né in allora né tantomeno oggi con la criminalità organizzata. In trent’anni di attività politica Roberto Rosso non ha mai avuto nulla a che fare con la criminalità organizzata. La tesi della procura è che Rosso sia ricattabile in quanto non avrebbe confessato. Rosso ha reso interrogatorio in cui ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda e ha collaborato con i Pubblici Ministeri. Non può certo confessare un reato che ha la consapevolezza di non aver commesso”.

Piazzese poi aggiunge: “Rosso era totalmente ignaro del fatto che gli altri indagati potessero essere collegabili alla criminalità e se lo avesse anche soltanto immaginato, avrebbe certamente evitato qualsiasi rapporto con loro. Aspetto di leggere le motivazioni che il collegio si è riservato di depositare per valutare l’eventualità di un ricorso in cassazione”.

Rosso, che si era dichiarato “estraneo alla criminalità organizzata”, era stato arrestato lo scorso 20 dicembre con la pesante accusa di voto di scambio politico-mafioso. Dopo l’arresto Rosso si era dimesso sia dalla carica di Assessore regionale, sia da consigliere regionale e da consigliere del Comune di Torino.

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