Il libro “Gioca Nuoto” fa riscoprire un vero grande vercellese: Lauro Panatero

Con la collaborazione dei colleghi Adriano e Mattia Varalda, il professor Aldo Ferreri (in totale tre generazioni di docenti di Scienze motorie, quelli che una volta erano gli insegnanti di Educazione Fisica) ha fatto un bellissimo regalo alla città di Vercelli, allo Sport e ai giovani che fanno sport, facendo stampare dalle Edizioni “Effedì” il volume “Gioca Nuoto”. Perché in tal modo hanno riproposto a chi non lo conosceva e rivalutato la figura di un grande collega e sportivo vercellese, il professor Lauro Panatero.

Scomparso nel 2009, a 87 anni, il professor Panatero, vercellese, è stato nuotatore provetto (fu lui a inventare la traversata a nuoto del lago di Viverone), campione di ginnastica (fu una colonna della grande squadra della Pro Vercelli che annoverava tra gli altri Marino Frova, Aldo e Federico Bavagnoli e Dante Zacconi), quindi campione (anche italiano) di tiro a segno con la pistola libera, nonché creatore della pista per modellini di auto radiocomandante a Greggio). Ma, soprattutto, perché aveva la passione dell’insegnamento nel sangue, Lauro Panatero fu un grandissimo insegnante di educazione fisica al Liceo Scientifico “Gaudenzio Ferrari” di Borgosesia, dal 1971 al 1987.

Tutte queste cose (e non sono che una parte di quelle che egli svolse a favore dello sport e dei giovani) sono venute alla luce adesso appunto grazie al professor Ferreri, per anni docente di Scienze motorie al “Cavour”, nonché “creatore” e conduttore di piscine a Vercelli. Ferreri aveva saputo dal professor Gianni Manfredini, vera istituzione del Centro sportivo Milanaccio di Borgosesia, che Lauro Panatero (genio del disegno, tra le tantissime altre attitudini) aveva realizzato una serie di tavole grafiche in cui erano rappresentati giochi e proposte ludico-motorie da proporre ai giovani prima di insegnare loro il nuoto, per predisporli all’ambientamento verso l’attività natatoria e per stimolarne l’acquaticità

Il professor Manfredini avrebbe tanto voluto mostrare quei disegni collega, ma purtroppo non si trovavano più. Finché un giorno, sul banco del Barlafüs di un collezionista amico, tale Giorgio, ecco che quasi per miracolo quei disegni (che sono quaranta) spuntano davanti agli occhi increduli e commossi di Ferreri, che li riceve in dono dall’amico Giorgio e che li porta a casa custodendoli come pietre preziose. A quel punto Ferreri decide di metterli a disposizione, com’è giusto, della città, del mondo della scuola, dello sport. Trova l’editore che accetta di stamparli (Lorenzo Proverbio, di Effedì) e i finanziatori del progetto: in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli (il presidente Aldo Casalini è entusiasta dell’idea).

Poi si rivolge a due colleghi: un suo ex allievo e ora insegnante di Scienze Motorie al Liceo Scientifico, Adriano Varalda, e il figlio di quest’ultimo, Mattia, a sua volta docente di Scienze motorie nelle scuole primarie degli Istituti comprensivi cittadini.

Ferreri e i Varalda si mettono al lavoro. Hanno i meravigliosi disegni di Panatero, ma occorre bisogna corredarli di schede tecniche: dare i nomi ai giochi, spiegare come funzionano. Nel raccoglitore ritrovato al mercatino dell’antiquariato, c’era se non altro una bibliografia. In base a quella e alle loro esperienze professionali, i tre professori “di ginnastica” si mettono al lavoro. Nascono i giochi “dei pipistrelli”, della “torre di pisa” , del “ponte tibetano”, etc.

Ne esce un volume di grande originalità e qualità corredato dalla biografia di Panatero e dai ricordi di ex colleghi ed ex allievi, tra cui quelli dell’attuale presidente e dell’ex presidente della Confraternita Ex Allievi del Liceo Scientifico di Borgosesia, l’avvocato Andrea Piletta Massaro e il dottor Riccardo Cavanna. E poi quelli di tanti altri come la “bandiera” della Pro Vercelli Ginnastica, Carla Novella Zacconi, o della allora vice preside del Liceo “Ferrari” Marisa Gardoni. Si deve a quest’ultima la frase che ha tanto colpito autori ed editore, che l’hanno collocata con grande evidenza nella quarta copertina del libro. La professoressa Gardoni ha ricordato che a chi gli domandava perché avesse risposto di no alla proposta del “Milanaccio di fare l’istruttore di nuoto per il corso dei più piccoli fino a tre anni, Panatero spiegava, con grande e geniale modestia, di non averne le competenze psicologiche necessarie: “Se un bambino piange perché la mamma gli ha messo i calzini gialli invece di quelli azzurri, io non so come consolarlo”. Molto bella la prefazione dell’avvocato Casalini, tutta giocata sul contrasto tra le tecnologie ludiche di oggi e quelle del volume, dove non esistono App o Video, ma disegni eloquenti, belli, coinvolgenti,

Il libro “Gioca Nuoto” (sottotitolo: “Dal lavoro incompiuto di Lauro Panatero) ha avuto una presentazione importante e affollata mercoledì sera nel Salone Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli: dopo l’introduzione di Aldo Casalini e il saluto di uno degli ultimi parenti di Panatero, il dottor Marzio Grigolon (il fratello gemello di Panatero, Bruno, era suo zio), e dopo gli interventi di Andrea Piletta Massaro e di Riccardo Cavanna, i quali hanno assicurato che ci sarà anche una presentazione a Borgosesia, i tre autori hanno conversato con il giornalista Enrico De Maria.

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