Giulia Rimonda-Tjeknavorian: l’incanto (stavolta con Saint-Saëns) si è ripetuto

Un’immagine del concerto di sabato (foto Greppi)

Per la terza volta, la violinista Giulia Rimonda e il direttore d’orchestra austriaco (ma anche a sua volta grande violinista) Emmanuel Tjeknavorian hanno incrociato le loro carriere al Viotti Festival proponendo una serata di musica indimenticabile.

Era l’ultima del cartellone 2022/23 del venticinquesimo Viotti Festival e ha dispensato emozioni intense. Perché il Concerto per violino e orchestra n. 3 in si minore op. 61 di Camille Saint-Saëns è incantevole, specie se suonato da una violinista ormai consacrata a livelli di raffinata eleganza interpretativa e interpretato da un direttore d’orchestra che riesce a leggere i pensieri della solista trasferendoli all’orchestra, con una naturalezza transitiva che ti viene da domandarti come sia possibile.

Certo questo miracolo simbiotico può avvenire solo se il medium (cioè il direttore) riesce a trovare la via di comunicazione tra una solista di valore e un’orchestra pure di valore: la Ducale, in formazione molto allargata per l’occasione (c’era poi da eseguire la Quinta di Beethoven), lo era senza alcun dubbio. Ed è bello constatare che in mezzo a tanti eccellenti strumentisti ci fosse anche un giovane vercellese doc, che ormai ha un ruolo fisso nell’orchestra di Guido Rimonda e di Cristina Canziani: il violoncellista Giorgio Lucchini.

Tutto ciò per dire una cosa semplice ed essenziale: che l’esecuzione di Saint-Saëns è stata una meraviglia. E noi pensiamo che sabato, in quel teatro che la vide esordire, bambina, con un Jingle Bells suonato con un minuscolo violino, sedici anni fa, durante un Concerto di San Silvestro, Giulia Rimonda abbia avuto la sua consacrazione definitiva a grande interprete. L’hanno stabilita gli applausi scroscianti e ripetuti che Giulia ha  contraccambiato con un’impeccabile esecuzione della Allemande dalla Seconda Partita in re minore per violino solo di Bach.

E poi, signori, la Quinta di Beethoven. E che Quinta! Che orchestra! Che direttore! A proposito, il 31 maggio Emmanuel Tjeknavorian andrà a dirigere L’Orchestra Filarmonica della Scala in un concerto privato alla Statale di Milano per la Fondazione Umberto Veronesi. In programma Beethoven e Mozart. Scusate se vi sembra poco.

                     Edm

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1 commento

  1. “Perché il Concerto .. è incantevole, specie se suonato da una violinista ormai consacrata a livelli di raffinata eleganza interpretativa e interpretato da un direttore d’orchestra che riesce a leggere i pensieri della solista trasferendoli all’orchestra, con una naturalezza transitiva che ti viene da domandarti come sia possibile”.
    ..
    Come spiegare un così magico e irripetibile concerto? .. i penso che EDM abbia una propria risposta precisa al quesito, maturata da anni di studio personale della musica e poi di ascolta ..
    faccio anch’io la più banale delle ipotesi:
    che i più grandi musicisti debbano esser dotati, oltre che di una grande passione, dell’impronta .. genetica? .. Anche il padre di Emmanuel, Loris Tjeknavorian, armeno-iraniano è un apprezzatissimo musicista e compositore per passone, che è una necessità!
    Durante un’intervista in occasione del suo 81esimo compleanno, Tjeknavorian ha detto al giornalista di IRNA: “L’Iran è la mia patria. I miei antenati hanno vissuto in questa terra. Sono nato in Iran e qui sarò sepolto. Sono emotivamente e culturalmente attaccato a ogni centimetro di questo paese e sentirsi a casa in nessun posto tranne che in Iran.”[wikipedia]
    ..
    La prova! .. :
    Bach (famiglia)
    https://it.wikipedia.org/wiki/Bach_(famiglia)

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