Elezioni a Vercelli: Cinque domande ai candidati sindaco. 6/ Giacomo Ferrari

Siamo alla sesta intervista ai candidati sindaco a Vercelli. È la volta del professor Giacomo Ferrari, ex Preside della Facoltà di Lettere e candidato con Vercelli Democratica.

 

Ecco le cinque domande con le risposte di Giacomo Ferrari:

 

1) In corsa per la poltrona di Sindaco: sinceramente qual è la sua motivazione più profonda per guidare Vercelli?

Non sono originario di Vercelli, ma la città mi ha dato molto sia professionalmente che umanamente e questa mi è sembrata una buona occasione per restituire quanto ho ricevuto. Allo stesso tempo voglio sperimentare un modo di affrontare la politica che sia diverso dalle tendenze odierne, con uno stile aperto all’ascolto di tutte le istanze sociali ed una progettazione della città che non sia solo una “politica di fatti”, ma miri alla creazione di un ambiente armonico in cui il cittadino si senta a casa insieme agli altri concittadini. E Vercelli mi sembra un ottimo laboratorio ricco di potenzialità.

 

2) Capitolo occupazione e sviluppo di Vercelli: logistica sì o no? Se sì, perché? E, nel caso sia no, quali altre strade pensa siano percorribili per il futuro e per i giovani della nostra città?

Sulla via della logistica non si può tornare indietro e, d’altronde, ha creato posti di lavoro, ma probabilmente è il momento di fermarsi per non sottoporre il territorio ad uno stress ambientale e sociale che non può permettersi. Inoltre, un’economia è tanto più sana quanto più è differenziata, e rimanendo nel campo della sola logistica non favorisce la differenziazione. Occorre creare spazi ed opportunità perché i giovani possano esplicare tutta la loro creatività imprenditoriale, accompagnarli nel percorso di creazione di nuove imprese, sfruttando anche la presenza sul territorio dell’università. Puntiamo sulla conoscenza e sull’innovazione di cui i giovani sono sicuramente capaci.

 

3) Vercelli terra d’acqua ma da sei anni senza piscina coperta, cosa ne pensa?

A quanto pare il problema sembra risolto: è dei giorni scorsi la notizia che ricominciano i lavori alla piscina. Una città come Vercelli ha bisogno di un luogo dove andare a nuotare per svago, per sport, per salute e benessere. Se, poi, questa piscina sia adeguata alle esigenze dei cittadini è un altro discorso.

 

4) Parliamo un po’ di lei: ha un libro preferito? Qual è, se la possiede, la sua squadra di calcio del cuore? Che tipo di musica predilige e quale canzone ascolta quando viaggia in auto? Ha degli animali? Qual è il suo piatto preferito? E, infine, se ne avesse la possibilità economica, quale quadro acquisterebbe?

Leggo molto e in molti settori, dai romanzi alla saggistica, alla storia e alla filosofia. Non ho libri preferiti ma autori, per lo più di origine orientale, come Salman Rushdie, Orhan Pamuk o Hanif Kureishi. Leggo anche molte graphic novels.
Non ho squadre del cuore perché pur praticando sport (judo, sci) il calcio nel suo insieme non mi è nel cuore. Ascolto volentieri la musica classica, ma mi piace molto tenermi informato sulla musica rock e oltre. Per questo più che una play-list preferisco ascoltare qualche radio che trasmette gli ultimi successi. Mi piaceva molto il rap prima che diventasse trap e anche l’heavy metal. Ho una gatta.
Anche sul piano culinario sono aperto a tutte le esperienze, ma ho una preferenza per la cucina greca, turca e in genere mediorientale. Mi piace molto il pesce in tutte le sue forme; da livornese non posso nascondere una particolare simpatia per il cacciucco e per quella che i liguri chiamano farinata, ma noi chiamiamo “torta”.
Se avessi soldi mi comprerei un Picasso e un Dalì.

 

5) In dieci righe riassuma i punti salienti del suo programma.

Il mio programma focalizza la crescita di un’economia differenziata fondata sulle piccole iniziative imprenditoriali che devono essere accompagnate soprattutto nelle fasi inziali in cui la burocrazie e la fiscalità ne compromette il successo, l’ambiente sia urbano che extraurbano (uno dei miei sogni è una pista ciclabile sulla Sesia che vada da Vercelli a San Nazaro) che necessita di essere ripristinato e reso fruibile anche attraverso una gestione coordinata tra pubblico e privato, i servizi al cittadino, la salute e la cura dei più deboli, la promozione delle attività culturali di cui Vercelli è molto ricca, ma che finiscono per non essere sufficientemente valorizzate per mancanza di coordinamento.
Questi ed altri punti saranno affrontati con un metodo di progettazione fondato sull’ascolto, sull’organicità dei progetti, che devono essere ben coordinati tra loro e al loro interno, e sul controllo democratico prima dell’esecuzione (informare i cittadini dei progetti e raccogliere i pareri – esistono illustri esempi all’estero).

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