Elezioni europee: Molinari all’attacco del listone unitario che affascina Bobba

Si scaldano i motori per le elezioni europee e cominciano a delinearsi le posizioni, anche dei politici locali, su di una tornata elettorale che potrebbe essere assai importante per comprendere gli assetti futuri, o la sopravvivenza stessa, dell’Unione Europea. Il principale obbiettivo, soprattutto degli schieramenti democratici, pare quello di voler arginare a tutti i costi l’onda lunga del populismo, o del sovranismo, identificati come nemico numero uno da abbattere, anche con strategie elettorali fino a oggi difficili da immaginare. In questo solco pare collocarsi l’idea, che sta rimbalzando tra le segreterie dei partiti e dei gruppi non sovranisti al parlamento Ue, di provare a presentare un listone unico, omnicomprensivo di ex sinistra, centristi, democratici, destra moderati e movimenti territoriali, sotto la bandiera del “Tutti Uniti per l’Europa”. Un collettivo che faccia “massa” critica, o meglio raggiunga un numero di voti tale che i singoli movimenti populisti non possano raggiungere. E solo in un secondo tempo, poi, una volta vinta la battaglia contro le forze chiamiamole “riformatrici sovraniste”, riproporre i distinguo nei vari gruppi parlamentari. Una sorta di minestrone, insomma, che possa essere indigesto e mandare per aria i piani dei vari Salvini, Di Maio e dei rispettivi alleati, riportando sul tavolo di Bruxelles assetti più coerenti con il passato.

 

Favorevolmente alla lista “minestrone”, ad esempio, si è espresso l’ex ministro Carlo Calenda e quella parte di Pd che vede nel “tutt’insieme” una chance, o una “euro-visione” di ripartenza. A livello locale, nostrano, è di questa mattina la nota dell’ex onorevole Luigi Bobba che si dice convinto della bontà di un listone omnicomprensivo: “Mi convince la proposta formulata dall’ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, insieme ad altri, di un Manifesto – SIAMO EUROPEI – come base comune per costituire una lista unica delle forze politiche e civiche europeiste per le prossime elezioni europee” ha scritto Bobba. “L’appuntamento elettorale del prossimo 26 maggio – continua Bobba – sarà decisivo per capire se ci si vuole incamminare verso gli Stati Uniti d’Europa, oppure cancellare giorno per giorno – come stanno facendo le forze sovraniste e populiste – la paziente costruzione di uno spazio comune di libertà, democrazia e benessere”.

“Non sono certo tra coloro che vogliono conservare l’Europa così com’è e che non ne vedono i limiti e i tanti errori di questi anni – ha poi concluso Bobba -, ora è tempo di cambiare strada per fare dell’Europa di domani il soggetto politico e istituzionale protagonista di uno sviluppo innovativo, inclusivo e sostenibile. Investire sulla scuola, sul lavoro, sulla ricerca, sull’ambiente e sul welfare è l’unico modo per guardare l’Europa con gli occhi di coloro che oggi hanno 20 anni e per la prima volta parteciperanno all’elezione del Parlamento europeo”.

 

 

Del tutto contrario all’idea, invece, è il consigliere regionale Gabriele Molinari. E già lo scorso sabato, proprio Molinari, aveva postato su Facebook un commeto al veleno sul gruppone europeista, definito come listone “volemose bene”. Per Molinari la visione è semmai opposta: dalle idee, anche critiche, vanno declinate le posizioni che debbono essere chiare dall’inizio, in modo da portare al voto scelte e progetti precisi per il futuro europeo, che siano riconoscibili dagli elettori che debbono scegliere. Parole che si sommano ai concetti già espressi in passato da Molinari, assai critici sulle decisioni del Pd. Il consigliere vercellese, infatti, più volte ha detto di non riconoscersi in un partito che in un qualche modo possa “abdicare” dai contenuti optando per scelte, diciamo, più realiste.

“Il listone unico europeista confonde diverse prospettive di Europa in un accrocchio indistinto e poco comprensibile – aveva scritto, senza mezzi termini, Molinari sul social -.  Il prevedibile effetto sarà un’ancor maggior polarizzazione antieuropeista. All’antieuropeismo non servono particolari sfumature, mentre le idee di Europa di un liberaldemocratico, di un socialista e di un popolare sono o dovrebbero essere diverse, e proprio la loro diversità, nel confronto, è una garanzia per la vitalità delle istituzioni comunitarie. É però bene che queste diversità emergano subito, con il voto, e che su di esse ciascuno possa decidere il proprio modello di Unione. Non dopo. A che serve dopo? A fare i gruppi parlamentari? Recuperiamo forse la distanza dalle masse con i gruppi parlamentari?”

 

Molinari, poi, attacca a testa bassa il listone definito “volemose bene”: “Basta fare i paraculi, basta con le ambiguità. Sono anni che sentiamo dire che “l’Europa deve cambiare”, anche da sinistra. Io non condivido, sono semmai convinto che debba “aumentare”, ma resto curioso di sapere quali dovrebbero essere questi cambiamenti. Troppo comodo tirare fuori adesso il listone “volemose bene” per paura di fare brutte figure da soli. Mettiamo sul tavolo le idee e contiamoci: anche da europeisti, soprattutto da europeisti”.

 

Da ciò si evince un dato: sarà una corsa verso le europee tutt’altro che scontata.

 

l.a.

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