Ecco le ragioni della scelta di Secondo

La stagione della Pro Vercelli si chiude nel peggiore dei modi. Dopo la retrocessione in serie C, la notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire: Massimo Secondo lascia la guida della società dopo otto anni. Lo ha annunciato lui stesso nella Sala Stampa del “Piola”, garantendo però che iscriverà la squadra al prossimo campionato.

«È la conferenza che non avrei mai voluto fare, ma sapevo che prima o poi ci sarebbe stata. Io e il mio gruppo lasciamo la Pro Vercelli il 30 giugno», queste le parole pronunciate subito senza tanti preamboli.

Secondo ha dichiarato che al momento nessuno è alle porte, quindi nessuna trattativa è in atto per il passaggio di proprietà. «Sono disponibile anche a regalare la società, ma se non arriveranno offerte entro la fine del prossimo campionato (2018/2019 ndr) non farò più da paracadute», queste le parole che preoccupano di più. Il presidente è apparso sereno, convinto della sua decisione e allo stesso tempo deluso di molti aspetti.

La scelta di mollare non parte dal risultato sportivo, ma dal fatto di come Vercelli ha risposto. Il bilancio di questi otto anni – ha ribadito il presidente – è esaltante. Cinque anni di B la città non li vedeva da cinquant’anni. «Abbiamo investito tutto quello che ci potevamo permettere, prendendoci carico dello stadio che ora è un piccolo gioiello, anche se manca ancora di qualche accorgimento, tipo l’area hospitality. Abbiamo dato spazio ai giovani, primo tra tutti Bani che ora è titolare in A. Senza contare i bilanci sempre in equilibrio, a differenza di altre realtà sportive».

Secondo ha ringraziato i tifosi, compresi quelli dall’estero, che sono sempre stati vicini alla Pro e che gli hanno fatto vivere momenti indimenticabili, specie nelle due promozioni, ma si aspettava più presenze allo stadio, soprattutto dopo la lunga parentesi in B.

Si è levato qualche sassolino dalla scarpa, punzecchiando le istituzioni, senza distinzioni di colore politico, che non sono state vicine alla Pro, a partire dalla questione dello stadio e al promesso Museo dello Sport di cui resta il cantiere ormai abbandonato dietro la Curva Ovest. Infine ha fatto riferimento agli imprenditori locali che, nonostante le offerte di collaborazioni, non hanno fatto investimenti rilevanti. Secondo non ha dato colpe a nessuno, facendo mea culpa per non essere riuscito a coinvolgere maggiormente sponsor e isituzioni.

In serie C il ritorno economico e la visibilità non hanno lo stesso peso che hanno in B, questo è ovvio, perciò l’appeal per l’acquisto può risultare difficile. «Vorrei lasciare la Pro Vercelli a persone per bene. Se a me e al mio gruppo verrà chiesto di rimanere per affiancare e sostenere la Pro continueremo a farlo, ma in veste di sponsor, non più come impegno diretto. Non avrebbe senso. In questo anno sabbatico garantisco però il massimo impegno a partire dagli allenamenti e dal ritiro. Sia chiaro che non regaleremo niente a nessuno».

Massimiliano Muraro

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