Vercelli – Dopo 36 anni di lavoro, e disoccupato da sei, cerca disperatamente un’occupazione e vive con la pensione della mamma novantaduenne in un alloggio tra l’altro sotto sfratto. In questi giorni di pandemia non è riuscito ad avere nulla di nulla perché l’Isee della pensione della mamma risulta di 10.540 euro: 540 euro in più della cifra che dà diritto anche semplicemente al pacco alimentare della Croce rossa. E, come se non bastasse, la pensione “d’oro” della mamma (circa 900 euro al mese per vivere in due tra affitto, bollette e cibo) gli ha pure impedito di accedere al reddito di cittadinanza.
E’ incredibile e drammatica nello stesso tempo la vicenda di Gabriele Guerra, 60 anni: un uomo che ha speso un’intera vita nel lavoro e che adesso non riesce a trovarne neppure uno straccio. O meglio, un’occupazione l’aveva trovata, nel 2018, in Amazon: il 27 ottobre, per la precisione. Il 31 gli hanno però comunicato che era “inidoneo”. Anche un’umiliazione farsi definire “inidoneo” per uno che aveva lavorato sui muletti per 25 anni, alla “Zanzara” di Prarolo. Evidentemente, Guerra è considerato “inidoneo” per i ritmi di lavoro del colosso di Jeff Bezos.
Gabriele Guerra, diploma di tornitore e fresatore, ha incominciato a lavorare alla Zanzara, poco dopo essere uscito dalla scuola professionale, e l’ha fatto appunto per 25 anni, anche quando l’azienda di Prarolo è diventata Traver Spa e poi Bulgari Filati, acquisendo competenze e professionalità tali da diventare responsabile del magazzino.
Poi Bulgari ha avuto problemi e l’azienda è stata rilevata dalla “Acquafil” di Trento che, dopo una brevissima esperienza, ha licenziato tutti. Alcuni dei lavoratori, soprattutto delle lavoratrici, sono riusciti ad avere un posto alla Santa Rita-Policlinico di Monza (“E va detto – afferma Guerra – grazie a Roberto Rosso, che allora era sottosegretario”), invece Guerra per un anno, con contratto a tempo determinato, ha lavorato per Mago Ricambi, poi per 9 mesi è andato in mobilità, quindi è stato richiamato per breve tempo in Traver e poi ha potuto usufruire di altri 13 mesi di mobilità.
Ma ha continuato a cercare lavoro con tenacia entrando a far parte di varie Cooperative affiliate o legate all’Arciere, fino all’ultima, che si chiamava Snc, e che faceva le pulizie all’inceneritore. Chiuso il forno da parte del Comune (gli ultimi anni della seconda amministrazione Corsaro), Gabriele Guerra si è trovato senza lavoro (e con soli 3 mesi di cassa integrazione in deroga) dal 27 giugno 2014.
Ha cercato dappertutto, ma (esperienza-lampo a parte in Amazon) ha trovato solo porte chiuse. E’ stato costretto a chiedere prestiti, che adesso sta restituendo alla cifra per lui proibitiva di 250 euro al mese, e, per arrivare ai giorni nostri, non è riuscito ad avere il buono spesa del Comune dell’emergenza Covid (“Ho compilato la domanda, mi hanno assicurato che mi avrebbero chiamato, ma niente di niente”), ed infine, la disillusione anche in Croce Rossa, appunto perché l’Isee supera di 540 euro il tetto fissato per avere il pacco alimentare.
Racconta, avvilito: “Quando la Cri vercellese ha fatto il comunicato sui giornali, ho subito telefonato e mi hanno risposto: venga pure. Ho portato l’Isee richiesto e sono riuscito ad ottenere un primo pacco alimentare, per noi vera manna dal cielo. Quando me l’hanno consegnato ho avuto una contromarca per presentarmi il venerdì successivo (l’altro ieri, ndr) e l’ho fatto. Dopo una lunga coda, la doccia fredda: ‘Non possiamo darle niente perché non è in elenco’. Probabilmente a causa del nostro Isee miliardario. Non so come mia mamma ed io potremo continuare a mangiare. Capisco il momento di crisi terribile, penso agli operai della Cerutti che, di colpo, si troveranno senza lavoro. Io però da sei anni non ho neanche gli ammortizzatori sociali. Non so cosa fare oggi, non domani”.
Edm





