Corsaro: “Se i contagi continuano, mascherina anche all’aperto per gli eventi con pubblico”

L’ordinanza era già pronta. Dopo l’impennata dei contagi dovuta al focolaio del “Divina Club”, il sindaco Andrea Corsaro l’aveva predisposta in vista dello spettacolo di ieri sera, poi annullato: quello della “Jovaband” con le canzoni di Jovanotti. Ma poi si è preferito annullare l’evento, e non è stato necessario varare L’ordinanza con cui il sindaco intende imporre l’uso obbligatorio della mascherina anche all’aperto, quando si tengono eventi publici che possono portare agli assembramenti. 

Dice Corsaro: “Innanzitutto ringrazio la Camerata Ducale che, con intelligenza e sensibilità, ha subito annullato motu proprio il suo concerto di domenica sera. Per quanto riguarda gli eventi che abbiamo in programma il 14 e 15 agosto in piazza Cavour (quello di Vanna Isaia e quello con Rock School di Bobby Trap) decideremo se organizzarli e, qualora lo facessimo, con l’obbligo per gli spettatori di indossare la mascherina, oppure no. L’Asl, con il Sisp, il Servizio di igiene e sanità pubblica, sta monitorando la situazione dei contagiati asintomatici, in tutto una trentina, provocati dal focolaio al Divina Club e per fortuna la situazione sembra sotto controllo”.

Ricordiamo che è stato proprio il sindaco a ordinare la chiusura per due settimane del club privato di via Cesare Filippone (zona dell’Area 24) dove ci sono stati i contagi e che il Comune stava provvedendo a chiudere per un periodo analogo anche un altro club, in via Scalise, molto frequentato dalla comunità dominicana, quello di via Scalise, che però ha cessato l’attività prima che arrivasse l’ordinanza di Corsaro proprio perché i titolari erano preoccupati per i possibili contagi fra la sua clientela.

Il paziente che potremmo definire “numero 1” di questo focolaio vercellese d’agosto era un uomo (non un ragazzino) che era appena tornato con un volo da Santo Domingo: ad individuarlo e a mettere sull’avviso l’Asl di Vercelli, il ministero della Salute. Da lì si è mossa l’indagine del Sisp: il paziente in questione è stato esaminato in ospedale e si è riusciti a rintracciare gran parte di coloro coloro (asi spera tutti) con cui era entrato in contatto; i tamponi hanno accertato appunto una trentina di persone positive, ma asintomatiche, che sono state poste in quarantena forzata per le canoniche due settimane, dopodiché saranno sottoposte ad un secondo tampone.

La barriera protettiva innalzata su questa vicenda (che di colpo ha fatto schizzare Vercelli in cima alla poco invidiabile graduatoria delle province più infette d’Italia) pare avere ben funzionato. E’ per questo che il sindaco, pur con la delibera già nel cassetto, sta aspettando gli esiti delle prossime ore: se dovesse ancora sussistere anche il minimo rischio di contagio scatterà l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto negli eventi pubblici a rischio assembramento.

Infine, sempre sul fronte precauzionale contro i contagi, segnaliamo la presa di posizione del presidente dell’Ordine dei medici Pier Giorgio Fossale che, come si ricorderà, a marzo fu colpito dal Covid e riuscì a guarire grazie alle cure del “cittadino onorario di Vercelli”, il dottor Sergio Borrè.

Ebbene, Fossale ha ricevuto la circolare 7 agosto del ministero della Salute in cui si prospetta la possibilità che siano i medici di famiglia a sottoporre ai test sierologici per individuare il Covid il  personale docente e non docente delle scuole. Al di là del fatto che i medici di famiglia intendono discutere questa possibilità (che per ora stanno considerando alla stregua di un vero obbligo), Fossale si è a dir poco indignato per il passaggio della circolare in cui si afferma che “le Asl forniranno altri Dpi oltre a quelli ordinariamenti forniti”. Sbotta Fossale: “Oltre a quelli ‘ordinariamente’ forniti? Questa è una presa in giro, non ci hanno forniti né ordinariamente né straordinariamente di un bel niente: l’unico che ci ha elargito, con grande generosità i Dpi professionali che ci hanno salvato la vita è stato l’avvocato Olmo”. Gli fa eco il segretario provinciale dei medici di famiglia Giani Scarrone: “Olmo, Olmo e solo Olmo. Alla bisogna, e sperando di non utilizzarle, anche adesso abbiamo le sue nuove scorte. Non finiremo mai di ringrazialo”.

Edm

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