Corsaro all’attacco: hanno spento la città e adesso raccontano menzogne

Da sinistra: Pozzolo, , Tiramani, Corsaro, Zangrillo, Cortopassi e Rosso ieri al Modo Hotel

 

Vercelli – “Per cinque anni sono stato zitto, ma dopo aver subito  cinque anni di malgoverno questa città ha bisogno di parlare, con il voto”. Un Andrea Corsaro particolarmente combattivo ha sancito il ritorno sulla scena politica vercellese, riproponendosi alla guida della città con l’appoggio di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. E ieri, al Modo Hotel, non le ha certo mandate a dire all’attuale maggioranza che ha di colpo “interrotto una evidente crescita, abbandonando tutti i progetti che avevamo avviato”.

Ha detto il candidato sindaco del cetrodestra: “Quando è andata bene, si sono limitati a tagliare i nastri delle opere che avevano messo in cantiere, senza nemmeno avere il buongusto di invitarci: pensate, ad esempio, al Pisu oppure al parcheggio di via Birago dietro alla stazione. Hanno colto i frutti del nostro lavoro e si sono fatti belli: Amazon, in Piemonte, non poteva che arrivare a Vercelli perché a Vercelli c’è un Pip che abbiamo fatto noi”.

Ha proseguito il noto penalista vercellese: “Quando hanno portato a compimento i il nostro lavoro sono riusciti ad ottenere risultati, ma quando hanno scelto di fare di testa loro hanno fatto disastri: è stato abbandonato il progetto ‘Fabbrica Vercelli ‘, che aveva funzionato benissimo, sono state abbandonate le iniziative culturali che avevano dato lustro alla nostra città, di cui si parlava da New York a Bilbao, come le mostre Guggenheim, e quella organizzata con i Musei di San Pietroburgo. Non avendo idee né strategie si è scelto di affidare il piano strategico della città ad un’associazione esterna: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E poi c’è stato l’errore imperdonabile di svendere Atena, una scelta che peserà negli anni su tutte le prossime amministrazioni”.

L’ex sindaco ha citato quindi alcuni dei risultati più significativi centrati nei suoi dieci anni di amministrazione, dal 2004 al 20014: “Abbiamo rinnovato lo Statuto comunale dopo 19 anni, aggiornato il piano regolatore dopo trentacinque. Grazie al Pip, prima di Amazon, erano già arrivate a Vercelli Brendolan, Viviana e Novacoop. Abbiamo quindi realizzato un gioiello di stadio per la Pro Vercelli. Dopo di noi, il nulla”.

Nella sua inesorabile requisitoria contro l’amministrazione Forte, Corsaro ha insistito anche su quelli che ha definito “piccoli particolari”, ma estremamente “indicativi” della poca cura che è stata riservata a Vercelli. “Era la città dei fiori, del verde curato. Anno dopo anno è sparito tutto per rifiorire in queste settimane con  una vera esplosione di lavori, di risistemazione della città, guarda caso proprio adesso”. Quindi l’attacco sul problema di questi giorni: la questione dei residui attivi. “Stanno raccontando un sacco di menzogne per screditarci, ma il  ‘buco’ di bilancio che ci imputano esiste solo nella loro contabilità pubblica”.

Corsaro una concluso rivolgendosi idealmente a cloro che in questi giorni gli domandano “chi gliel’abbia fatto a fare a ricandidarsi”: “Ho scelto di farlo – ha detto – perché penso che si debba intervenire per fermare il declino ormai inesorabile della nostra città”.

L’avvocato vercellese è stato sostenuto ieri, al Modo, dai vertici di Lega Nord (c’era il parlamentare Paolo Tiramani), Forza Italia (presenti il coordinatore regionale Paolo Zangrillo, il vice Roberto Rosso – omonimo dell’ex sottosegretario – e Alberto Cortopassi) e Fratelli d’Italia, rappresenta da Emanuele Pozzolo. In sala, tra gli altri, il presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti, il coordinatore cittadino di Forza Italia Antonio Prencipe, il segretario cittadino della Lega Giancarlo Locarni e numerosi consiglieri comunali, tra cui il capogruppo di Lega Nord Alessandro Stecco, elogiato sia da Tiramani sia da Corsaro per la sua opposizione in questi cinque anni di Consiglio comunale.

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