Il Consiglio regionale attribuisce il Sigillo della Regione a Liliana Segre

l Consiglio regionale del Piemonte ha assegnato all’unanimità il Sigillo della Regione alla senatrice a vita Liliana Segre. Il Sigillo può essere assegnato due volte all’anno “a persone fisiche, istituzioni, enti ed organismi italiani ed esteri meritevoli di particolare riconoscimento”.

“È un atto che unisce e noi piemontesi dobbiamo essere orgogliosi – spiega il presidente del Consiglio Stefano Allasia – il conferimento approvato quest’oggi da tutte le forze politiche con voto unanime, rappresenta una risposta concreta nei confronti di chi vorrebbe riportare indietro le lancette dell’orologio. Ci auguriamo che i valori ed i principi della sen. Liliana Segre siano una guida per le nuove generazioni, in una sorta di “staffetta generazionale” che sappia garantire la continuità delle conoscenze e comprendere, sino in fondo, il significato delle tragedie della storia e il dovere della memoria”.

Anche il Presidente della Regione, Alberto Cirio, ha voluto commentare l’onorificenza concessa dal Piemote alla Senatrice Segre: “La memoria è un dovere ma anche una sfida complessa, ce lo ha ricordato proprio Liliana Segre quando poche settimane fa abbiamo avuto l’onore di ospitarla in Piemonte – ha detto Cirio -. Affrontare una sfida, però, richiede impegno e costanza. Il Piemonte c’è e ci sarà sempre. Lo testimonia il sigillo che il Consiglio regionale ha voluto assegnare oggi alla senatrice Segre, a poche settimane dal momento in cui il nostro territorio ha scelto di donare a lei il Tartufo dell’Anno, in occasione dei 70 anni della Medaglia d’oro ad Alba, come Città simbolo della Resistenza. Due gesti che non resteranno solo simbolici. Il nostro è un impegno concreto che nutriremo con progetti e iniziative rivolte soprattutto ai nostri giovani, unico antidoto contro l’oblio”.

 

 

Il primo firmatario della proposta, Daniele Valle, spiega che “Liliana Segre oggi è un punto di riferimento e un esempio di lotta a favore dei diritti umani e contro i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, tematiche tra l’altro portate avanti con passione dal Consiglio Regionale attraverso il Comitato per la Resistenza e la Costituzione e il Comitato Diritti Umani della Regione. Oggi più che mai, in un momento in cui stanno dilagando odio e negazionismo, le istituzioni devono fare proprio il messaggio di testimoni come la senatrice Segre, una donna libera e di pace, come lei stessa si è definita, e contribuire a veicolare il suo messaggio tra le nuove generazioni”.

“Giusto riconoscimento alla Senatrice Segre – è la riflessione del capogruppo della Lega Alberto Preioni – un simbolo forte contro ogni forma di discriminazione. Come sapete la mia terra, il Vco, e l’Ossola in particolare con la Repubblica partigiana, ha scritto un pezzo della storia antifascista di questo paese con i suoi “40 giorni di libertà”, di cui siamo tutti orgogliosi. Quindi senz’altro oggi il tributo alla storia e alla Senatrice Segre è dovuto.

“Abbiamo sottoscritto la proposta perché intimamente convinti della necessità di conservare la memoria dei tragici eventi accaduti nel nostro Paese  – ha detto Carlo Riva Vercellotti (Fi) -. L’Olocausto mi ha molto impressionato sin da giovane studente. Mi vergogno di quanto ha saputo fare l’uomo, anche in altri genocidi come in Ruanda e Bosnia, o in Ucraina e Cambogia. Il Piemonte non è stato immune, le nostre città hanno ospitato i ghetti. Oggi abbiamo il dovere di non voltarci dall’altra parte quando vediamo una scintilla d’odio”

Giorgio Bertola (M5S) ha ripreso “le parole pronunciate dal ministro Azzolina che si onora di appartenere alla scorta di Liliana Segre. Come politici dobbiamo prenderci una serie di impegni, fare testimonianza e dare degli esempi. Il Consiglio è già attivo sul fronte cyberbullismo, i sindaci di Milano e Torino hanno sottoscritto il manifesto contro il linguaggio d’odio, potremmo farlo anche noi e fare un passo avanti. Non risolveremo nulla se permane una colpevole ignoranza, ce lo insegna la storia”.

Per il capogruppo Fdi Maurizio Marrone, “tra i “giusti” che la nascosero dai rastrellamenti figura una famiglia piemontese. Approviamo questa onorificenza a maggior ragione alla luce della grande lezione di stile che Liliana Segre ha impartito a tutti, quando ha recentemente replicato che i morti sono tutti uguali, di fronte alle polemiche sui fiori depositati dal Comune di Rapallo sulle tombe dei caduti di entrambe le parti della guerra civile: proprio lei che ha vissuto il dolore della Shoah dimostra come la forza della memoria sia davvero condivisa quando può fare a meno dell’eterno sciacallaggio contro i vinti”.

“Liliana Segre non è solo un corpo vivo che testimonia con la sua stessa presenza uno dei momenti più orrorifici della storia umana”, è la riflessione del capogruppo Luv Marco Grimaldi. “Le sue prese di posizione hanno incontrato la dura opposizione di una parte della destra e scatenato la campagna d’odio nei suoi confronti divampata sui social, tanto che oggi, a 90 anni, è costretta a muoversi con una scorta a causa dei circa 200 messaggi al giorno di minacce e insulti che riceve. Per questo tentare di separare la Liliana Segre sopravvissuta ai campi dalla Liliana Segre attivista per l’inclusione e contro le derive razziste della destra odierna sarebbe un gesto ipocrita e disonesto”.

“Ringraziamo chi ha presentato l’atto, ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide e non dobbiamo dare una connotazione politica a questa decisione – spiega il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano –  stanno venendo meno i testimoni di un’epoca, presenti anche nelle nostre famiglie. Tutte le grandi ideologie hanno avuto vittime innocenti che reclamavano una identità diversa, dobbiamo avere il coraggio di prendere le distanze da qualsiasi forma di violenza e dobbiamo essere noi sentinelle su quanto viene scritto sui social e sui mezzi di informazione”.

Per Mario Giaccone (Monviso) “stiamo compiendo un gesto molto importante. La figura di Segre ci consente di mettere in relazione il concetto di odio e il concetto di memoria, di capire gli effetti devastanti dell’odio. L’esperienza dei genocidi e dei totalirismi ci fornisce indizi precisi sulle derive che si possono intraprendere”.

L’assessore alle Politiche Giovanili, Fabrizio Ricca, ha poi sottolineato che “come Regione Piemonte, come cittadini, abbiamo il dovere di tenere sempre alta l’attenzione sulle recrudescenze di antisemitismo e odio. Un odio e un antisemitismo che, oggi, spesso si camuffa da antisionismo e porta gruppi di persone a cercare di minacciare il popolo ebraico e a colpire, anche con le armi, lo stato di Israele. Noi vogliamo che i giovani conoscano gli orrori del passato per imparare a riconoscere i pericoli del presente e per distinguere i tanti discorsi di odio che ancora oggi vengono fatti anche da insospettabili”.

 

 

 

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