Botte e violenze sulla figlia perché frequenta un ragazzo non gradito: arrestato il padre

Botte e violenze nei confronti della figlia che frequentava un ragazzo non gradito. È stato così arrestato un padre, di origine marocchina, dopo che aveva prima provato a investire il ragazzo e poi aveva picchiato la figlia prendendola per i capelli e caricandola di forza in auto, il tutto in viale Garibaldi a Vercelli. Le violenze erano poi proseguite a casa nell’area di via Viotti.

Il grave episodio di violenza famigliare è esploso domenica , verso le 8 di sera, quando personale della Squadra Volante della Questura di Vercelli procedeva all’arresto dell’uomo per maltrattamenti in danno della figlia.

I poliziotti erano stati chiamati in Via Viotti per la segnalazione di una violenta lite in strada tra padre e figlia.

A dare l’allarme il ragazzo, amico e della figlia, che si trovava in compagnia della ragazza nei pressi di Corso Garibaldi, e che riferiva che alla loro vista il padre della ragazza tentava di investirlo probabilmente infastidito dalla loro frequentazione. Tuttavia il ragazzo riusciva a darsi alla fuga e a contattare immediatamente le Forze dell’Ordine. Il padre della vittima, come detto cittadino di origine marocchina, già gravato da diversi precedenti penali, si metteva poi a percuotere violentemente la figlia e afferrandola per i capelli la costringeva a salire in auto contro la sua volontà tenendola costretta nell’abitacolo.

Gli agenti, giunti immediatamente sul viale, non riuscivano a rintracciare l’uomo ma risalivano alle sue generalità ed al suo domicilio grazie alle testimonianze raccolte sul posto.

Arrivati presso l’abitazione dell’aggressore, quest’ultimo veniva individuato nei pressi del palazzo che inveiva e minacciava di morte la figlia continuando ad assumere un comportamento aggressivo e poco collaborativo nonostante la presenza dei poliziotti. L’attenzione degli agenti veniva, inoltre, attirata dalle urla della ragazza provenienti dall’abitazione la cui porta d’ingresso risultava chiusa a chiave dall’interno. Una volta riusciti ad accedere nell’abitazione, i poliziotti individuavano la ragazza con il viso insanguinato ed evidenti segni di percosse sulle braccia. Contattato il soccorso sanitario, la vittima veniva presto affidata alle cure del personale medico.

All’interno dell’abitazione, oltre ai fratelli minori della vittima, era presente anche la madre che confermava l’avvenuta aggressione affermando che la lite era scaturita dalla frequentazione della figlia, non condivisa dalla famiglia, con un ragazzo di origini marocchine.

L’uomo responsabile dei fatti è stato accompagnato presso gli uffici della locale Questura per gli accertamenti di rito e tratto in arresto per maltrattamenti in famiglia.

L’uomo è stato poi accompagnato in carcere.

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1 commento

  1. Non mi unisco al coro di indignati. La nostra legge punisce tale comportamento e ciò basta. Fino a 40 anni fa (non sono tanti) l’esito del giudizio sarebbe stato incerto, poi la celebre norma fu cancellata:
    https://www.open.online/2019/03/13/delitto-donore-e-matrimonio-riparatore-coserano-e-quando-sono-stati-aboliti/
    Ad essere interessati al fatto erano solo cittadini vissuti o di origine di un paese dove gli usi sono diversi. Presto, vuoi per la paventata concessione facilitata della cittadinanza, vuoi per la prolificità bassa degli italiani, saranno maggioranza. Una maggioranza molto variegata, ma pur sempre una larghissima maggioranza. Nel frattempo quale “sentire” prevarrà? Chi dovrà (su questo versante) adeguarsi alla “maggiranza”? Francamente la nostra civiltà senza valori è molto decaduta ed in ogni caso dovremo, lo dico eufemisticamente, anche noi “rivedere qualcosa” se non vogliamo sprofondare tutti nel baratro.

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