Borrè: “I 28 contagiati nella Rsa di Fontanetto Po stanno bene e ciò dimostra la validità dei vaccini”

Ventotto ospiti della Rsa di Fontanetto Po, su trentadue, pur vaccinati, stanno bene e ciò dimostra, secondo il dottor Silvio Borrè, responsabile della Infettivologia del Sant’Andrea, e protagonista assoluto della lotta contro il Virus nella nostra provincia, che i vaccini hanno svolto la loro funzione. Dice il primario del “Sant’Andrea”: “Fontanetto Po non fa parte della nostra Asl, ma mi sono ovviamente informato della situazione così come di quella di un’altra Rsa della nostra provincia, che invece fa parte dell’Asl di Vercelli, e posso osservare che quasi tutte le persone che si sono infettate sono asintomatiche o hanno sintomi leggeri e che quindi non sono ammalate di Covid. E ciò per merito dei vaccini. Quindi continuiamo a vaccinare la gente, e solo così usciremo finalmente da questa pandemia”.

Dottor Borrè, la doppia vaccinazione dunque mette al riparo dal ricoveri ospedaliero e, soprattutto, dal rischio di finire in terapia intensiva, ma non dalla possibilità di contrarre l’infenzione.

“Certo, e l’abbiamo sempre saputo e divulgato, perché lo scopo dei vaccini in questo momento è essenzialmente quello di salvaguardare la salute delle persone che vengono colpite dal virus, ma non può metterle totalmente al riparo dalla possibilità di contrarlo, non può impedire al cento per cento al Virus di tentare la colonizzazione delle vie respiratorie. Però svolge il ruolo essenziale di impedire al virus di sviluppare la malattia, impedendogli sia di aggredire le cellule sia di provocare la reazione abnorme e quindi pericolosa del nostro sistema immunitario all’infezione. Ed è proprio ciò che il vaccino ha fatto sia a Fontanetto Po, sia nell’altra Rsa dove si stanno accertando i contagi”.

Dunque vaccino assolutamente da promuovere?

”Assolutamente sì. Ed io mi auguro che, oltre alla prevedibile terza dose per tutti, a partire ovviamente dai soggetti più fragili e più esposti al rischio di contagio, adesso si punti decisamente anche ad un’energica campagna per somministrare al maggior numero possibile di persone, soprattutto ultrasessantacinquenni, il vaccino anti-influenzale, a tutela ulteriore della salute, specie di quella dei soggetti più deboli”.

I vaccini dunque sono “la” soluzione…

”Ne sono assolutamente convinto. E finiamola una volta per tutte con questa storia che se li sono inventate le case farmaceutiche per rimpinguare le loro casse. I vaccini non sono stati una scoperta della medicina. Sono stati una scoperta del popolo”.

Come del popolo?

”Del popolo e, per quanto riguarda la nostra civiltà, dell’osservazione fatta da una donna tanto geniale e intelligente quanto fascinosa, la scrittrice e moglie dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli nei primi anni del Settecento, lady Mary Wortley Montagu. Poco prima di recarsi con il marito nell’attuale Istanbul, s’era ammalata di vaiolo, ne era guarita, portando comunque le conseguenze della malattia sul suo bellissimo voltro, e frequentando gli Zenana, le residenze riservate alle donne, aveva scoperto che esse applicavano una sorte di procedura per prevenire il vaiolo inoculandosi attraverso vere e proprie scarificazioni della pelle materiale prelevato dalle lesioni dei malati. Così facendo, prevenivano l’infezione di questa tremenda malattia di origine virale che, periodicamente mieteva vittime, a migliaia, in tutto il mondo. Quelle donne stavano applicando un’antica procedura inventata probabilmente già nell’anno Mille dopo Cristo in Cina e in India, procedura che si rifaceva all’osservazione in base alla quale una persona uscita indenne dal vaiolo non si contagiava più una seconda volta. Entusiasta di quella scoperta, lady Montagu fece sottoporre alla procedura, che si chiamava variolizzazione i suoi due figli e, quanto tornò in Gran Bratagna, grazie alla sue conoscenze e alla sua enorme influenza, convinse la classe medica inglese a variolizzare sempre più persone, soprattutto i più giovani. Tra questi giovani c’era anche il futuro medico di campagna Edward Jenner che, un giorno, visitando una sua paziente che aveva contratto il vaiolo da una vacca malata, mentre la mungeva, scoprì che mungitrici e mungitori di vacche, una volta infettati quel tipo di vaiolo, toccando le mammelle delle vacche ammalate, non venivano più contagiati dal vaiolo vero e proprio. E visto che la procedura della variolizzazione presentava non pochi inconvenienti, decise di sperimentare dal vivo l’effetto del pus ricavato dalle mammelle delle vacche infette. E lo fece sul figlio del suo giardiniere che, colpito poco dopo dalla malattia, ne uscì indenne. Visto che la sua procedura derivava dalle vacche, venne chiamata vaccinazione e Jenner venne considerato in seguito da tutti uno dei più grandi benefattori dell’umanità. Sarebbe opportuno che molti che scrivono cose strampalate sui vaccini andassero a cercare queste informazioni e le approfondissero. A proposito, anche ai tempo di Jenner – e qui stiano parlando della fine del Settecento – c’erano i no vax che preferivano rischiare la morte piuttosto che vaccinarsi. Ma a quei tempi, almeno non c’erano i social”.

Un racconto davvero suggestivo. Ma torniamo ai tempi nostri e alla nostra realtà. Qualche giorno fa, abbiamo parlato della terapia delle monoclonali, riportando il suo sconforto perché il suo reparto che potrebbe applicarla senza problemi, e con enorme successo, sui colpiti da Covid – lasciamo stare se vaccinati oppure no – in fase iniziale, con patologie che potrebbero aggravare il quadro clinico, non viene considerato sotto questo aspetto come meriterebbe. La situazione da allora è migliorata?

”Direi impercettibilmente. Ma noi siamo pronti. E’ una terapia efficacissima per scongiurare i ricoveri ospedalieri e le terapie intensive, ripeto, su pazienti già malati, senza sintomi gravi, però con altre patologie che potrebbero destare allarme. Abbiamo ben sei letti a disposizione per trattare queste persone con una flebo della durata di circa un’ora. Tutti i medici possono contattarci, in qualsiasi momento, affinché possiamo esaminare assieme la situazione dei loro malati, ed agire, se necessario, in fretta. La nostra porta è sempre aperta, anzi spalancata”.

 

 

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1 commento

  1. Fra i progressi della Medicina c’è questo che scopriamo sotto i virologi della tv e qui si confermano: da un po’ di tempo lo scopo del vaccino non è più proprio quello di non prendere la malattia come grossolanamente si credeva un tempo, bensì quello.. di non aver-preso la malattia di brutto, dato che si sta bene, pur potendo dire, tutt’al contrario, di averla davvero presa, ma da asintomatici (quelli che una volta non avevano niente e, superficialmente, venivano presi sottogamba, con la scusa che stavano magnificamente).. tutto questo, non dimentichiamolo, anche se con grande modestia si evita di ricordarlo, grazie ad un tampone inaffidabile che rileva un virus mai isolato. Capito? Se no, fidatevi! Oltretutto potete attingere ai begli aneddoti che fanno la Storia per trarne alte certezze.
    Tutti Bravi davvero gli scienziati della tv, quelli di una volta non li capirebbero neppure, loro, gli enormi progressi, ma per fortuna di Tutti, morirono prima dell’avvento della “pandemia”.

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