Borgosesia offre a tre ragazzi ucraini giunti in città l’accesso gratuito al Milanaccio

Il vicesindaco di Borgosesia Fabrizio Bonaccio e l’assessore Eleonora Guida hanno consegnato a Igor, Oleg e Christina, i tre ragazzi ucraini arrivati da pochi giorni, i buoni che garantiranno loro di accedere alle strutture sportive del Milanaccio: piscina, palestra e campo da tennis.

«Questi ragazzi sono ancora traumatizzati dall’esperienza della guerra e della fuga dalle loro case – ha commentato Bonaccio – hanno gli occhi pieni di paura e vivono praticamente in isolamento, vista l’ovvia difficoltà di comunicazione. Offriamo loro la possibilità di fare sport anche come opportunità di conoscere loro coetanei, socializzare e ritrovare serenità, pur in questa difficile situazione».

Il Comune di Borgosesia è impegnato su più fronti per offrire accoglienza ai profughi provenienti dall’Ucraina: i servizi sociali si occupano dell’aspetto abitativo, i servizi scolastici dell’inserimento nei percorsi scolastici cittadini. Inoltre sul conto del Comune di Borgosesia è stata aperta un’apposita sezione dedicata alla raccolta fondi per il sostegno a queste famiglie fuggite dal loro Paese, dove già sono arrivati numerosi contributi.

Per chi fosse interessato a donare il contributo va versato sul conto del Comune di Borgosesia. Iban: IT 48I0608510316000000905019 (Tesoreria Comunale Banca di Asti SpA). Causale: Borgosesia per l’Ucraina.

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1 commento

  1. La buona notizia ha un risvolto negativo, fortunatamente vale forse solo per me. Discende dalle parole di Bonaccio:

    «Questi ragazzi sono ancora traumatizzati dall’esperienza della guerra e della fuga dalle loro case hanno gli occhi pieni di paura e vivono praticamente in isolamento, vista l’ovvia difficoltà di comunicazione. Offriamo loro la possibilità di fare sport anche come opportunità di conoscere loro coetanei, socializzare e ritrovare serenità, pur in questa difficile situazione».

    Nell’osservare tutte le foto di questi giorni relative ai “profughi” mi era parso di notare nei loro sguardi, di TUTTI (me ne può esser sfuggita una minoranza) una grande tranquilla energia, forse propria di quel popolo di guerrieri, anche nei casi più avversi..
    .. ma impossibile per me: se mi fossi trovato sotto le macerie di una casa di quelle mostrate dalla tv, se avessi visto morto un genitore, non solo a 10 anni, ma anche l’età che ho oggi sarei pieno di paura e neppure salirei sul bus, il sole mi abbaglierebbe anche nei giorni di nuvolosità.
    Forse alcuni hanno avuto esperienze meno traumatiche? Speriamo.
    ….
    Certo che la lingua italiana non può essere imparata in poche ore, e neppure la ucraina, però i ragazzi trovano modo di capirsi lo stesso, spinti dall’amore che ancora la società non è riuscita ad estirpare dai loro cuori. Sarà una bella esperienza, pari a quella di tutti gli altri immigrati o dei turisti che arrivano in Italia.

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