“Bisogna assolutamente rivedere la legge sul femminicidio”

Novembre è il mese della lotta contro il femminicidio, e una vercellese assai conosciuta, che adesso vive all’estero, in Spagna, ci ha mandato una toccante lettera, ricordando il caso di cronaca nera che riguardò la figlia e che fece inorridire tutta la comunità vercellese.

La pubblichiamo volentieri.

”Sono una madre disperata, che ha perso una figlia di 40 anni per mano del suo compagno, che non ha poi scontato una giusta pena.

Un dolore insanabile mi pervade da 15 anni e non mi lascerà mai; la mia famiglia è stata devastata da questo evento tragico.

Nel 2004, nonostante le continue denunce e richieste di aiuto, mia figlia moriva con 22 coltellate alla presenza di suo figlio di 9 anni. Ripeto… 9 anni!!! Un bambino indifeso ha dovuto subire un evento drammatico e devastante, un trauma che non dimenticherà mai e che lo tormenterà per tutta la vita. Il colpevole ha pagato parzialmente per quel delitto efferato, volontario e premeditato.

 

L’ art. 575 del codice penale recita:

“Chiunque cagioni la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni VENTUNO”. Al mostro sono stati invece inflitti solo 12 anni….., ma con l’effetto dell indulto, ha scontato solo 8 anni.

Dopo pochi mesi dalla scarcerazione è stato arrestato per ben 2 volte per stalking…..

 

Ritengo che la giustizia sia…… Ingiusta,  perché la legge stessa è ingiusta!!!!

 

La donna viene minacciata, insultata e percossa da un “maschio” che pretende di essere dominante, che confonde l’amore con il possesso, trattando una donna come un essere inferiore, riducendolo alla subordinazione e all’annientamento della propria identità, usando l assoggettamento sia fisico che psicologico fino alla schiavitù e alla morte.

 

Un essere del genere viene graziato con solo 8 anni di reclusione?????Lui è stato condannato ad un risarcimento alla nostra famiglia, specialmente per aiutare mio nipote, rimasto senza mamma, uccisa davanti ai suoi occhi all’improvviso e violentemente; un fatto sicuramente deleterio per la sua giovane età. Non abbiamo mai ricevuto nulla e questa rimane un’altra delusione e ingiustizia.

 

Intanto il massacro continua……La donna subisce…. Poi la donna denuncia. La donna DEVE denunciare!!!!! Ma le Forze di Polizia, preposte alla sicurezza di tutti, non possono intervenire per fermare il denunciato??? Per fermarlo ci vuole…. IL REATO!!!!

 

Quindi prima deve uccidere, poi verrà arrestato…… Quante donne dovranno ancora morire??? E poi dalla bara potranno denunciare?

 

Spero che il potere legislativo, esecutivo e giudiziario non sia più indifferente a tutte le grida femminili, che quasi giornalmente udranno; spero che siano presi urgentemente dei provvedimenti, rendendo la legge sul femminicidio più giusta e più efficace, senza attenuanti.

 

Spero che non ci siano più in futuro donne uccise 2 volte… Dal mostro e dalla ingiustizia; spero che non ci siano più in futuro madri disperate come me, che dopo 15 anni aspettano ancora giustizia; spero che non ci siano più bambini, resi orfani della mamma per mano di un delinquente, che assistano indifesi ad un fatto tanto sconvolgente, che per tutta la vita rimarrà nei loro occhi e nella loro mente, obbligando a gestire un dolore insopportabile, che renderà fragili e che farà nascere in loro la ribellione e la rabbia di una società, che non ha saputo difenderli”.

 

Silvana Defabiani

Corralejo Fuenteventura, Spagna

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