Arca riapre i battenti mostrando i segreti della Vercelli medievale

Il sindaco Corsaro presenta la mostra nella Manica delle Donne

L’ultima mostra era stata quella del 2019 sulla Magna Charta, in occasione degli ottocento anni dalla posa della prima pietra della basilica di Sant’Andrea. Ora, a distanza di mesi, Arca apre nuovamente le sue porte per svelare I segreti della Vercelli medievale, in programma nell’ex chiesa di San Marco dal 31 ottobre al 6 gennaio 2021.

La presentazione giovedì mattina nella Manica delle Donne nell’ex Ospedale, laddove il professor Alessandro Barbero aveva tenuto la conferenza che aveva fatto da antipasto alla mostra. Il curatore, Daniele De Luca, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi, per allestire il percorso è partito proprio dagli interventi di Barbero.

A fare gli onori di casa il sindaco Andrea Corsaro che ha espresso parole di ottimismo, nonostante il difficile periodo che stiamo vivendo. Una Vercelli che guarda al suo passato più nobile per ricominciare a camminare verso il futuro. Idea condivisa anche da monsignor Allolio, intervenuto in vece dell’Arcivescovo Marco Arnolfo, e da Piergiorgio Fossale, presidente di ATL.

«Aprire le porte ai tesori della città è un grande onore e una soddisfazione – ha dichiarato Corsaro – presentare al mondo l’importanza della nostra città che nel Medioevo primeggiava in tutto il Nord Italia, è invece un preciso dovere di testimonianza e motivo di grande orgoglio».

Presenti anche il presidente della Fondazione CRV Aldo Casalini, il funzionario della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica Piemonte e Valle d’Aosta Giuseppe Banfo, per il musei vercellesi Gianni Mentigazzi, l’amministratore delegato di Iren Roberto Conte e Nando Lombardi che fa parte del CdA di UPO. In pratica le principali istituzioni del territorio che hanno creduto in questo progetto.

In mostra quaranta testimonianze di quella che fu Vercelli durante il Medioevo, trenta delle quali di proprietà ecclesiastiche (ventitré del Capitolo e sette delle Diocesi). Si tratta di documenti fondamentali, alcuni dei quali esposti per la prima volta come il Fondo Avogadro del 1384 o il Protocollo Passardo del 1361.

Inoltre il curatore Daniele De Luca ha aggiunto oggetti riguardanti l’architettura e si è basato sui video di Alessandro Barbero. Quattro ambientazioni, ciascuna facilmente distinguibile per i setti di separazione e per l’elastica e progressiva cromia degli spazi, rappresentano un ideale periodo temporale, caratterizzato da precisi tematismi, che va dal IX al XIV secolo.

La visita si concluderà con la maestosità di immagini suggestive riproducenti i quattro Crocifissi medievali (Vercelli, Pavia, Casale e Milano), di grande richiamo visivo e spirituale grazie alle pietre e ai metalli preziosi di cui sono composti. Sono i quattro Crocifissi che il sindaco Corsaro vorrebbe riunire per una futura mostra, magari già il prossimo anno.

All’iniziativa culturale in Arca, parteciperanno anche i musei vercellesi: Leone, Borgogna e Tesoro del Duomo. L’altra intenzione è quella di aprire al pubblico i palazzi storici come Centoris, Tizzoni e la Torre dell’Angelo, al fine di garantire la massima conoscenza delle testimonianze del passato medievale della Città. Come ha chiosato Fossale, appassionato di acronimi, la sigla Covid significherà «Con orgoglio Vercelli indica il domani».

A causa delle restrizioni anti Covid-19 l’ingresso alla mostra va obbligatoriamente prenotato a [email protected] 

m.m.

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