Alta Velocità: “Attenzione a non snaturare il servizio con troppe stazioni”

Il FrecciaRossa 9569 TorinoPN-MilanoCle-RomaTermini in transito a Rho Milano Fiera. (14/03/2012; foto Paolo Di Lorenzo / tuttoTreno)

Vercelli – Continua e si accende la discussione sull’eventualità, per ora solo nelle proposte, di inserire una nuova stazione sulla tratta ad Alta Velocità Torino-Milano. Oggi sono i consiglieri regionali Gabriele Molinari, Giovai Corgnati, Vittorio Barazzoto e Domenico Rossi, sottolineando che l’alta velocità in quanto tale deve rimanere un collegamento veloce che per poter funzionare, appunto, “velocemente” deve avere un numero esiguo di fermate. Ma se proprio si vuole parlare di una nuova fermata il luogo ideale sarebbe Novara e non, ancora una volta, la periferia di Torino, con il capoluogo piemontese a farla da padrone..

“Due associazioni di Chivasso hanno lanciato l’idea di realizzare una stazione di alta velocità che si colloca alle porte della Valle d’Aosta, ma anche, in modo non trascurabile, alle porte di Torino spiegano i consiglieri in una nuota sottoscritta da tutti e quattro i rappresentanti del quadrante Biella, Vercelli e Novara -. I Frecciarossa collegano da anni in un’ora, in modo diretto, i due capoluoghi di Piemonte e Lombardia. Lo fanno in circa la metà del tempo impiegato dal regionale veloce che ferma nelle principali stazioni lungo il percorso. Va da sé che aumentando il numero di fermate, o inserendone a piacere sulla tratta, a seconda delle infatuazioni del momento, si allunghi il tempo di percorrenza perdendo in buona parte il senso stesso di alta velocità. Concetto su cui ci permettiamo invece di insistere”. “Nell’ipotesi eventuale che vi fossero risorse sufficienti – proseguono -, semmai, una fermata intermedia dovrebbe essere immaginata nel Piemonte orientale e Novara sarebbe il territorio ideale”.

I quattro consiglieri del quadrante si trovano d’accordo sul fatto che l’alta velocità debba restare tale quale la definizione impone, perché diversamente si perderebbe il senso stesso del servizio. In tutti e tre i territori ci sono invece alcuni importanti e realistici obiettivi che devono essere concretizzati con una certa priorità fra cui l’elettrificazione della Biella-Santhià e la riapertura della Varallo-Novara.

T”utt’altro che fantasiosa poi, oltre che già discussa con l’Agenzia per la mobilità piemontese, l’ipotesi della fermata dei treni fast anche a Santhià” aggiungono i quattro consiglieri.

“Affrontare temi che coinvolgono i cittadini deve essere un esercizio realistico e pragmatico. In ultima analisi – concludono i consiglieri regionali – se proprio si dovesse immaginare una stazione intermedia, e fattibile, lungo il percorso, come è stato fatto con Reggio Emilia fra Milano e Bologna, bisognerebbe guardare a Novara, dove peraltro quando la linea fu creata venne già abbozzato un punto idoneo per realizzare una stazione. Verso Novara, inoltre, guarda il prolungamento della Pedemontana, anch’essa in fase di realizzazione da Masserano a Ghemme, attraversando Gattinara”.

Detto ciò il consigliere vercellese Molinari non risparmia unanota polemica sulla tendenza torinocentrica che “cannibalizza” ogni decisione: “non è pensabile che l’area metropolitana di Torino possa cannibalizzare il Piemonte orientale. Piemonte orientale che, non dimentichiamolo, è una porta non solo su Milano, ma su una pluralità di territori e realtà economiche di sostanziale importanza. Deve essere ben chiaro al mondo torinese che noi non siamo fratelli minori né, parlando di trasporti, la ruota di scorta di nessuno. E proprio per questo, ancora prima di discutere di nuove fermate dell’alta velocità sarebbe necessario rafforzare i servizi esistenti e già dedicati alle nostre aree: a partire dal regionale veloce Torino-Milano, che resta ancora oggi con ampi margini di miglioramento”.

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