Il 20 novembre scorso si è svolto il secondo incontro del corso di aggiornamento che l’Arcidiocesi di Vercelli ha proposto ai docenti di tutte le discipline sul tema ambientale, con il titolo “La cura della casa comune”.
Nell’incontro è stata presentata l’enciclica di papa Francesco, Laudato sì, che costituisce un testo rivoluzionario, di respiro universale, che affonda le sue radici nella dottrina sociale della Chiesa e guarda profeticamente agli sviluppi futuri della presenza dell’uomo sulla terra.
A trattare l’argomento, don Flavio Luciano, responsabile regionale della pastorale del lavoro, che ha sottolineato come il documento nasca dalla scoperta da parte della comunità cristiana della necessità della cura della casa comune e dall’attenzione crescente dell’opinione pubblica, specialmente giovanile, nei confronti dell’ambiente.
La Chiesa, come parte di questa realtà, ha il dovere di farsi carico della terra che soffre a causa dei molti mali compiuti dall’uomo e, con l’enciclica del papa, invita tutti gli uomini, e soprattutto coloro che vogliono vivere seriamente il Vangelo, a impegnare sensibilità e consapevolezza per poter continuare ad abitare la terra.
Per ottenere questo l’enciclica, oltre a fare un quadro approfondito delle fragilità drammatiche del nostro pianeta, propone dei rimedi: rispettare le leggi della natura, dialogare con tutti e con tutte le culture (dalle tradizioni indigene ai movimenti ecologisti), assumere stili di vita favorevoli allo sviluppo sostenibile e alla decrescita felice (finanza etica, giustizia sociale, consumo consapevole). Alla base di tali interventi sta il dovere di ricostruire il tessuto delle relazioni umane, collegando il sociale e l’ambientale in un’ecologia integrale.
La relazione, arricchita da un’accurata presentazione di slide, ha così preparato il terreno all’ultimo incontro del corso, che si svolgerà lunedì 16 dicembre, alle 16.30, e affronterà le questioni ambientali più urgenti nel nostro territorio con l’intervento della dottoressa Francesca Vietti, dell’ingegner Stefano Ferraris e della dottoressa Emanuela Patrucco, qualificati tecnici dell’Arpa.
