Aggredisce e sequestra tre parenti nascondendosi nei campi, violenta una pronipote: arrestato

 

Accuse pesanti come sequestro di persona, violenza sessuale aggravata e lesioni personali, hanno portato in carcere un 45enne di origine nordafricana, Ad arrestarlo i militari della Stazione Carabinieri di Livorno Ferraris, coadiuvati da personale della Stazione di Crescentino e di Santhià, a conclusione di una complessa ed articolata attività di indagine.

 

I fatti che si sono verificati in un comune del vercellese, risalgono al 25 agosto scorso, quando, verso le 20.30, giungeva una richiesta di aiuto al 112 in cui una persona diceva di essere stata minacciata e ferita con un coltello dallo zio. Il richiedente, trentenne, anch’egli di origine nordafricana, in stato di agitazione, aveva raccontato ai carabinieri che il parente, dopo essersi introdotto all’interno della sua vettura, dove vi erano anche due suoi nipoti, fratello e sorella, sotto la minaccia di un coltello lo aveva costretto a guidare verso una zona di campagna.

Nel tentativo di opporsi, il trentenne alla guida del veicolo veniva ferito alla mano dalla lama del coltello impugnato dallo zio, il quale aveva minacciato anche gli altri due occupanti. La vittima però era riuscita ad uscire dal veicolo abbandonando il posto di guida e a darsi alla fuga a piedi, chiedendo poi aiuto ad alcuni cittadini del posto che lo aiutavano a prendere contatti con il 112.

Diramate le ricerche del veicolo, sono partite le squadre di soccorso per tutte le campagne intorno al luogo dei primi avvenimenti, alla ricerca dell’aggressore e della vettura, anche in considerazione del fatto che nel veicolo erano rimasti ostaggio i due ragazzi minacciati con l’arma bianca.

Verso mezzanotte, uno dei due fratelli trattenuto dal parente, il maschio, riusciva anch’egli a scappare via, raggiungendo a piedi, attraverso i campi, la zona abitata, da dove chiedeva aiuto e riusciva a mettersi in contatto con i carabinieri e a raccontare un’ulteriore porzione di questa storia inquietante.

Di fatti, dopo che lo zio era riuscito a scappare, l’aggressore aveva costretto lui e sua sorella a seguirlo a piedi verso una zona di campagna dove lo stesso aveva già preparato un bivacco con alcuni viveri ed una bottiglia di liquore. In seguito approfittando di un frangente di distrazione dello zio violento, che continuava a tenere sotto la minaccia del coltello i giovani, era riuscito a prendere la bottiglia di liquore, a colpire l’antagonista e a scappare via.

Il ragazzo, ovviamente spaventato, aveva indicato agli inquirenti dove concentrare le ricerche dello zio e della sorella rimasta ancora suo ostaggio, tanto che nella zona rurale indicata venivano fatti volare i droni del Comando dei Vigili del Fuoco, che erano stati allertati in relazione alla delicatezza delle ricerche in atto. Solo alle prime ore del mattino le ricerche riuscivano ad arrivare all’obbiettivo visto che la luce dei droni riusciva ad inquadrare le sagome di due persone intente ad uscire dai campi di mais, consentendo, quindi, ai carabinieri di localizzare, individuare e bloccare il reo, che veniva tratto in arresto.

La giovane ragazza, atterrita e spaventata, soccorsa dai carabinieri e da personale sanitario 118, veniva trasportata per le cure ed accertamenti presso l’Ospedale di Vercelli, ove raccontava agli inquirenti le fasi in cui era rimasta in balia del parente.

Al termine degli accertamenti, dopo essere stato interrogato dal P.M., l’indagato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Vercelli, per la successiva convalida dell’arresto da parte del G.I.P., il quale ha poi disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

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1 commento

  1. Il
    ’45enne di origine nordafricana”
    è stato
    “tradotto presso la Casa Circondariale
    di Vercelli,
    per la successiva convalida dell’arresto
    da parte del G.I.P.,
    il quale ha poi disposto
    l’applicazione della misura cautelare
    della custodia in carcere”
    …..
    Tutto ciò, secondo le leggi vigenti.
    Le leggi “vigenti”,
    quand’anche regolarmente applicate
    (come è stato sin qui per il nordafricano,
    e non ho motivo di dubitare
    accadrà ance in seguito)
    Si discosta o notevolmente
    da quelle cui il nordafricano era abituato.
    Che fare, cosa pensare per l futuro immediato?
    (perché per il futuro a m.t…. la legge si adeguera’
    in toto, com’è giusto, al sentire diffuso e prevalente,
    probabilmente quello del n. africano).
    Che fare, dicevamo?
    Si potrebbe,
    Applicare la legge del n.africano, secondo l’indirizzo
    vigente in Gran Bretagna)
    in tal caso, immagino, il n.africwno potrebbe (ipotizzo senza precise nozioni):
    1) esser assolto, con encomio
    2) esser condannato all’amputazione, asportazione
    della parte del corpo usata per commetter il reato
    3) altro.
    Nel caso si impiegasse la legge italiana
    1) assoluzione perché il fatto non sussiste,
    (con risata degli amici del n.a., fra il pubblico)
    2) assoluzione per insufficienza di prove
    3) lieve pena detentiva da scontare
    a) ai domiciliari con obbligo della firma
    e divieto di residenza
    b) id., senza. d.d.r.
    ….
    4) lunga pena detentiva
    5) ergastolo (piuttosto improbabile).
    …..
    Per esser più sicuri della correttezza del giudizio
    forse sarebbe meglio far riferimento
    (ed indirizzare l’imputato) al Paese di provenienza.

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