La città piange una giovane donna che era conosciuta, amata, benvoluta da tutti. E lo straziante addio del marito, Alberto Tavano, pubblicato su Facebook, alla sua Valentina sta commuovendo tutta la città.
Figlia dell’indimenticabile preside dell’Agrario ed enologo di fama internazionale Giuseppe Sicheri, Vittoria è morta mercoledì all’ospedale San Marco di Osio Sotto, in provincia di Bergamo, dove era stata ricoverata dal Centro di riabilitazione “Abilita” di Zingonia. In quel centro specializzato, Valentina Sicheri stata cercando di recuperare fisicamente dopo un’emorragia cerebrale che l’aveva colpita il 23 gennaio scorso, ricevendo le prime cure all’ospedale di Novara. Un’improvvisa crisi le è stata purtroppo fatale.
Oltre al marito, Valentina Sicheri lascia le sorelle Chiara ed Elisa, i cognati, i suoceri. L’addio è in programma domani, alle 10,30 nella chiesa di San Salvatore, mentre i Rosario sarà recitato tra poco, alle 18, nella Cappella della Sacra Famiglia di via Parini. Dopo le esequie, la salma di Valentina Sicheri sarà tumulata nel cimitero di Crescentino.
Il cordoglio in città è immenso. La donna, molto conosciuta, lavorava alla Banca del Piemonte di Torino.
Nel suo toccante addio all’adorata moglie, Alberto Tavano ha scritto, tra l’altro: “Tu eri il mio centro e adesso mi sento letteralmente perso e disorientato e ho bisogno del tuo aiuto. Mi sembra incredibile che da questa sera ti ricorderò nelle mie preghiere… ok, il segno della croce lo faccio ampio e deciso (altrimenti sembra che tu non sia convinto) come mi dicevi sempre tu quando pregavamo prima di sederci a tavola.
Mancherai a un sacco di persone e sai perché? Perché conquistavi tutti con il tuo sorriso sincero e accogliente e con i tuoi occhi azzurri bellissimissimi; perché eri l’amica sincera che sapeva mantenere un segreto; perché eri la persona sincera e schietta; perché eri la collega di lavoro precisa puntuale leale collaborativa; perché hai letteralmente regalato sorrisi; perché eri esageratamente gentile e disponibile… Mancherai e basta”.
“Di te mi mancheranno le tue parole, le tue carezze, il profumo della tua pelle, le tue “mani da nanna” morbidissime quando eri assonnata, quando ti sedevi sulle mie ginocchia e sceglievamo al computer dove andare in vacanza, quando ti massaggiavo le caviglie, quando ti preparavo la colazione (e il pranzo e la cena) quando ti mettevi comoda in poltrona a leggere i tuoi libri e la Bibbia, o pregavi per i tuoi genitori.
Negli ultimi mesi non potevi parlare con la bocca ma abbiamo comunicato con il tocco, lo sguardo e i sorrisi. Da ora dobbiamo imparare a comunicare in altro modo… perché ti voglio sentire vicina.
Ti lascio andare, ma non allontanarti troppo, almeno per ora… Ti ho scritto un po’ di pensieri confusi perché oggi è questo che mi hai lasciato in testa… il resto te lo dico pregando”.





