“Il tampone rapido può essere la svolta per ristoratori ed estetiste”

Andrea Adessi nel servizio sul Tg1

“La ripresa di attività importanti come il settore della ristorazione ed i centri estetici potrebbe passare da un uso intelligente dei tamponi rapidi antigenici per la diagnosi pressoché immediata sulla positività da Covid”.

Lo ha detto oggi al Tg1 il vercellese Andrea Adessi, amministratore della Onilab di Milano, centro, specializzato nella diagnostica di laboratorio. Come già era avvenuto nell’aprile scorso quando, per iniziativa del sindaco Roberto Francese, il Comune di Robbio Lomellina era stato il primo in Italia ad avviare i test sierologici ad ampio raggio sulla popolazione, appunto attraverso la Onilab (che allora operò in tandem con il centro omologo di Napoli Varelli) la Rai è tornata a Robbio stavolta perché Francese ha proposto il tampone rapido, con prezzi calmierati,  a gran parte della propria popolazione.

E mentre l’altra volta, di fatto, Francese sfidò il mondo, da solo, con la Olilab perché la Regione Lombardia non accettava quei test sierologici eseguiti dall’azienda che pure per prima aveva ottenuto la certificazione europea (e una coda di quella vecchia vicenda è già approdata nelle aule di Giustizia), stavolta il sindaco Francese si è alleato con un’altra decina di Comuni e stavolta nessuno, né a livello regionale, né a livello di aziende sanitarie lombarde, ha banfato.

Onilab ha predisposto i classici “pit stop” all’aperto e sui primi 297 testati, 52 sono risultati positivi al Covid, con l’esito ottenuto in pochi minuti. A quel punto toccava all’utente  positivo scegliere se far avvisare direttamente dalla Onilab l’azienda sanitaria di riferimento (nella fattispecie quella di Pavia), che avrebbe registrato la positività mettendolo in lista per il tampone molecolare (quello classico) previsto nei casi di positività all’antigenico rapido (mentre il risultato negativo non ha bisogno di riprove, perché certo), oppure fare subito il molecolare: il settanta per cento ha optato per questa seconda strada. Gli utenti in attesa del responso del molecolare, che si avrà entro 48 ore, sono stati subito posti in “isolamento” dal sindaco e da Onilab: non appena arriverà l’esito ufficiale dal secondo tampone la Ats pavese riceverà la comunicazione ufficiale e partirà l’iter sanitario.

Ma al di là del “caso Robbio” in sé, che ha riattestato l’intraprendenza del sindaco Francese, che ha a cuore la salute dei suoi concittadini, dando loro la possibilità volontaria di sottoporsi al tampone rapido, ad un presso, ripetiamo calmierato, senza dover aspettare tempi che si preannunciano sicuramente più lunghi del servizio pubblico, i telespettatori di Raiuno, soprattutto i più interessati, cioè i ristoratori, hanno drizzato le antenne sul messaggio lanciato da Adessi: “Potrebbe essere un esame che qualunque ristoratore potrebbe usare al di fuori del suo locale”.

In che senso, dottor Adessi?
”Nel senso che potrebbe consentire la riapertura in piena sicurezza dei ristoranti. E mi spiego. Io sono un ristoratore che desidero assolutamente tornare al lavoro. Mi convenziono con un centro diagnostico, con un infermiere, un medico e apro il locale, ad esempio la sera, su prenotazione, per un certo numero di persone. A quel punto, il medico, l’infermiere con cui mi sono convenzionato, testa me, i miei soci, tutti i dipendenti, ad esempio in un gazebo esterno, poi testa i clienti. E, facendo entrare solo i negativi ha una cena totalmente al sicuro. Certo possono utilizzare questo sistema, assolutamente garantito (i nostri test individuano la positività anche a 48 ore prima dell’apparire dei primi sintomi), i ristoranti, ma anche i centri estetici che funzionano su appuntamento e che possono permettersi di pagare i tamponi, tra l’altro non certo costosissimi”.

Per attuare questo sistema occorrerebbe studiare particolari forme di convenzione con le autorità sanitarie, regionali e comunali…

”Sì penso a qualcosa del genere, e mi sembra un’alternativa efficace alla chiusura totale che in questo momento viene imposta a ristoratori ed estetiste. Non solo, imprenditori intelligenti potrebbero attuarla anche dopo l’uscita dalle zone rosse: vuoi mettere la garanzia di una cena al sicuro? Certo, non è che poi, a tampone negativo, in quei locali potrai mangiare abbarbicato al vicino di tavolo. I distanziamenti andranno pur sempre rispettati e le mascherine, quando non si mangia, dovranno sempre essere tenute dai clienti e pure da chi serve ai tavoli. Ma avrai una garanzia pressoché totale, di poter consumare una cena senza l’incubo del virus. E’ un segnale che voglio lanciare alle associazioni di categoria, deputate a trattare con la politica. Ci pensino”.

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2 Commenti

  1. Questa iniziativa fa coppia con altre appena intraprese e documentate or ora su tgVercelli. E’ una fase del “ridurre i danni senza mostrare il timore del ridicolo”. Come sappiamo per far “diventare” negativo un cittadino positivo sono richiesti non uno ma 2 tamponi (e si finge che bastino) a riprova ulteriore di quel che molti non sanno o lasciano credere di non sapere: IL TAMPONE NON HA VALORE DIAGNOSTICO, puo’ servire per altri scopi. Quindi la proposta e’ inaccettabile COME “TUTTE” LE ALTRE, dal punto di vista sanitario. Ma.. chissenefrega.. prezzo calmierato! Felici!!!? La presa in giro e’ pure a pagamento, ma consoliamoci grazie al modico prezzo. In attesa del SALVIFICO VACCINO. Che sara’ peggiore ancora, e di molto.

  2. Siamo sicuri che quello nella foto sia il nostro Andrea Adessi e non il Santo Padre con accanto la Papamobile? Fossi un CC chiederei subito i documenti e lo pregherei di togliersi la mascherina per pochissimi istanti e senza respirare ne inspirare.

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