“Il Sorriso del Guerriero”: 85 magnifiche foto per scoprire la Onlus “Piccoli Cuori”

Foto di gruppo in mostra per, da sinistra,Margherita Varolo, Maria Teresa Noguera, la fotografia Aina Rigazio e Rosa Di Martino

Vercelli – Aina Rigazio ha 33 anni: lavora come impiegata nell’ufficio di direzione dell’Asl di Vercelli e ha la passione per la fotografia. Ha fotografato 28 giovani (ciascuno in tre pose o momenti diversi), in gran parte bambini che, con cardiopatie congenite o acquisite, stanno conducendo una coraggiosa (e soprattutto vittoriosa)  lotta contro la malattia. Ha fotografato pure se stessa, perché è affetta da atresia polmonare con difetto interventricolare e collaterali sistematiche: ha già dovuto sottoporsi a quattro interventi.

Le 85 fotografie hanno dato vita, a partire dal 6 ottobre scorso, ad una mostra semplicemente straordinaria che si intitola “Il Sorriso del Guerriero” e  che si concluderà domani in San Vittore e che gli organizzatori sperano di trasformare in itinerante al più presto, portandola anche all’interno dell’ospedale Sant’Andrea, ma anche in altre parti d’Italia, compreso il “Gaslini” di Genova, dove tutto è nato.

Una delle foto della mostra

Con “tutto” intendiamo l’Associazione “Piccoli Cuori” Onlus che si prende a cuore (ci sia consentito il gioco di parole, quanto mai calzante) i problemi sia dei bambini appena nati, o che devono ancora nascere, sia soprattutto dei loro genitori che, fino a poco tempo fa, quando ricevevano la brutta notizia non sapevano a che santo votarsi.

“Piccoli Cuori”, nata nel 1998 per supportare la Cardiochirurgia del Gaslini, va proprio incontro a questi genitori e, dal novembre dello scorso anno, esiste anche a Vercelli. La mostra fotografica con le immagini di Aina Rigazio è un modo concreto per annunciare l’esistenza di questa associazione nella nostra città e soprattutto per dimostrare che oggi la Caerdiochirugia infantile fa veri miracoli: la mostra ne è la prova incontrovertibile.

Vediamo bambini e giovani con coartazioni aortiche, atresie polmonari, bicuspidi e aortiche, restringimenti dell’aorta, etc. E li vediamo sorridenti, giocare felici, chi in una fontana, chi a calcio, chi in un prato, chi con la mamma. Aina è riuscita a cogliere la felicità assoluta in piccoli e un po’ più grandi che si sono dovuti sottoporre chi a due, chi a tre, a quattro, sei, chi addirittura e nove interventi chirurgici. Ma, grazie alla Cardiochirurgia e alla sensibilità di fotografa di Aina Rigazio, nessuno immaginerebbe che siano malati.

Un’altra delle bellissime immagini in mostra

“Piccoli Cuori” a Vercelli ha per ora pochi volontari: cardiopatici stessi, come appunto la giovane impiegata dell’Asl e la madre, la psicoterapeuta Maria Teresa Noguera, oppure l’avvocato Daniele Marcello, o la mamma di un’altra giovane malata (che dalla foto sprizza vita ed energia a tutto tondo), Rosa di Martino, o un’altra giovane che si sta prendendo a cuore (ci risiamo con questa espressione, ma è davvero calzante) come Margherita Varolo.

Dice la dottoressa Noguera: “Avremmo bisogno di volontari per raccogliere fondi, organizzare altre iniziative promozionali come questa. Per informazioni potete chiamarmi al 340.5621798 oppure potete rivolgervi all’avvocato Daniele Marcello, che si mette a disposizione degli iscritti, chiamandolo al 328.4737368”. Ma per conoscere meglio l’associazione vercellese si può anche consultare la pagina Facebook “Piccoli Cuori Vercelli” Onlus, oppure il sito Internet www.piccolicuori.org, oppure ancora scrivere alla mail [email protected].

Già la mostra in San Vittore ha consentito di fare comunicazione e proselitismo. “Ci ha fatto davvero piacere – dice Aina Rigazio – che all’inaugurazione siano intervenute parecchie persone e autorità come l’arcivescovo Marco Arnolfo, che ha parlato benissimo della nostra iniziativa”.

“Ma il dono più bello – continua la bravissima fotografa dilettante, che potrebbe dare punti a tanti colleghi – è stato quello di una coppia, lei era incinta, che è entrata e che guardava le immagini di tutti questi bambini e giovani felici e sorridenti. Si vedeva che il loro sguardo era commosso e interessato. Ci siamo avvicinati con cautela e abbiamo chiesto se avessero il nostro problema, ci hanno risposto di sì e che la malattia del loro bambino di prossima nascita era stata diagnosticata da poco. Abbiamo chiacchierato a lungo, rassicurandoli: non saranno mai soli”.

“Il sorriso del guerriero” si conclude, per ora, domani in San Vittore, la Confraternita di largo d’Azzo: potrete ancora ammirarla dalle 10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30.

Edm

 

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