Salvini a Vercelli: domenica sarà il giorno della grande svolta

È stato accolto da una folla entusiasta Matteo Salvini, arrivato a Vercelli nel primo pomeriggio di oggi per portare il proprio sostegno alla campagna elettorale di Andrea Corsaro, candidato Sindaco del centro destra, ma anche per dare il proprio contributo alla candidatura di Alberto Cirio, candidato alla presidenza della Regione, oltre che ai candidati vercellesi della Lega, Angelo Dago e Michela Rosetta, sempre in Regione nelle liste provinciali e Alessandro Stecco nel listino. Secondo una stima saranno state più di un migliaio le persone che hanno affollato via Vittorio Veneto, riempiendola per tre quarti anche sotto i portici. Molte persone sono giunte a Vercelli anche dalla provincia.

 

È stato proprio Corsaro, unitamente al segretario piemontese Riccardo Molinari e ai candidati per le elezioni regionali, a introdurre l’arrivo del “Capitano” del Carroccio, sul palco allestito in pieno centro, nonostante l’orario inconsueto per un comizio politico.

 

L’invito rivolto dal Ministro degli Interni Salvini all’elettorato e, prima di lui da Riccardo Molinari, è tanto chiaro quanto eloquente: “il voto di domenica segnerà una svolta inevitabile nel panorama politico nazionale e, con molta probabilità, anche in quello europeo. Una data epocale”.
Il voto di domenica, ha arringato Salvini “dimostrerà una volta per tutte che gli italiani vogliono cambiare pagina, che è arrivato il momento di affidarsi a chi lavora, produce, crea, mandando definitivamente “a casa” gente che è capace soltanto a dire NO al progresso, al lavoro, alla difesa della propria identità, che sa solo distruggere senza creare alcuna novità positiva”.

 

“La nostra battaglia – ha proseguito nel suo acceso intervento Salvini, dal palco – è rivolta alla difesa del Made in Italy, alla difesa del lavoro delle nostre aziende, alla protezione delle nostre eccellenze, alla sovranità dei nostri territori. Bisogna dire basta ad un’Italia nelle mani delle banche, delle lobby, degli speculatori; è ora di dire basta a gente che ha mandato i lavoratori in pensione a 70 anni, bisogna dire basta a gente che ha trascinato il mondo del lavoro nazionale in un clima di precarietà perenne, costringendo i nostri giovani a emigrare altrove per trovare lavoro, e a quelli rimasti in patria non ha regalato altra sicurezza che quella di rimanere con mamma e papà fino a quarant’anni, privandoli della possibilità di fare progetti per il futuro, di costruirsi una famiglia. Basta con gente capace solo di tartassare i cittadini con le tasse: il nostro obiettivo è quello di stabilire un’aliquota del 15% uguale per tutti, solo così i lavoratori potranno riprendere fiato. Basta con gente che favorisce l’immigrazione incontrollata, che ha portato sulla nostra terra più delinquenti che persone per bene; quando, con il decreto sicurezza abbiamo tolto i 35 euro giornalieri di sussidio, i paladini dell’immigrazione sono spariti. E gli sbarchi non autorizzati sono diminuiti del 90%. Dove sono finiti questi signori, ora che non ci sono più denari da mordere? Bisogna dire basta a gente cha sa solo dire NO a ogni proposta di innovazione, di miglioramento: l’Italia, il Nord, il Piemonte, hanno bisogno di lavoro sicuro, della Tav, di infrastrutture all’altezza, e noi daremo tutto affinché ciò si realizzi, per lasciare alle generazioni future un paese uguale a quello che noi abbiamo ereditato dai nostri nonni e dai nostri genitori, e che al momento è scomparso. In questo periodo di campagna elettorale ho visitato decine di città, e ovunque ho trovato grande entusiasmo e voglia di cambiamento. Vercelli non fa eccezione, siete intervenuti in massa, calorosi e questo mi fa pensare che domenica 26 possa davvero essere il giorno della grande svolta, e perché ciò accada, serve l’impegno e il sostegno di tutti. Io sono fiducioso”.

L’intervento di Salvini non ha ovviamente suscitato soltanto il tifo da stadio, con tanto di cori e slogan come “Matteo, Matteo” o “Un Capitano, c’è solo un Capitano” da parte dei sostenitori della Lega, ma anche la contestazione di un gruppo di persone assiepate al fondo della via, che hanno accompagnato le parole del leader del Carroccio con fischi sonori, senza comunque creare alcun tipo di problema o disordine.

Salvini non si è scomposto, e ha commentato con l’ironia che lo contraddistingue “Eccoli lì – la frecciata di Salvini – i personaggi cui, dopo aver svenduto l’Italia alle aziende straniere, essersi fatti mettere i piedi in testa da tutto il resto d’Europa, aver portato l’economia al punto più basso, sono rimasti soltanto i fischietti”.

Terminato il discorso, Salvini si è fermato come consueto ancora parecchio sul palco a disposizione dei fans in coda per un selfie, una stretta di mano, un sorriso: il Ministro degli Interni si è concesso volentieri all’abbraccio della sua gente.

 

ecco una gallery dell’evento

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