Quattro anni e quattro mesi di carcere è la condanna subita in appello, leggermente ridotta rispetto al primo grado, dall’ex assessore regionale e politico vercellese Roberto Rosso, per voto di scambio politico mafioso.
In primo grado la pena era stata di 5 anni. “Sono deluso, se questo è essere accusati di mafia non so più cosa significhi essere normali” ha commentato subito dopo la sentenza, come riporta Repubblica, Roberto Rosso. La sentenza è stata emessa oggi. Rosso, difeso dagli avvocati Giorgio Piazzese e Franco Coppi, aveva reso spontanee dichiarazioni affermando ancora una volta di non aver mai avuto consapevolezza di stare trattando con due boss della ‘Ndrangheta durante la campagna elettorale regionale del 2019. “Posso essere stato superficiale ma di una cosa sono certo: non ho mai comprato voti e non ho mai fatto accordi con la ‘ndrangheta, che è una piaga orribile di questo Paese” aveva infatti detto per poi sottolineare il fatto di non aver ricevuto da loro alcun aiuto. Ma per il pm Paolo Toso, ma anche per il tribunale e per la Corte d’appello, Rosso aveva invece pagato 7900 euro a Onofrio Garcea e Domenico Viterbo in cambio di pacchetti di voti.






In America la campagna elettorale
“poggia” sui finanziamenti
somme iperboliche
Da noi si finge di credere
che il tuo voto
“va dove ti porta il cuore*
Anche ora che la politica
mondiale e locale
la fanno I SOLDI
.. insomma, si. gli oligarchi
(in gergo: i filantropi)
7900 euro .. “in cambio di un pacchetto di voti”
La ‘Ndrangheta si dovrebbe offendere
È un affronto
pensare che in tutto il Piemonte
disponga SOLO
di pacchetti così piccoli
100 voti? Un medio condominio
Più che un pacchetto di voti
forse si trattò
di un pacchetto di sigarette
senza filtro
(voti che poi pare non arrivarono)
Che i mafiosi ‘ndranghetisti
Fossero in realtà
2 amministratori di condominio?
Se fossero stati “soci” fidati di Rosso
(e vice versa)
Sarebbe stato gratis.