Ritrovamenti di epoca romana in piazza Antico Ospedale, interviene La Rete

Fonte La Rete

Importante ritrovamento archeologico in piazza Antico Ospedale (fino a poco tempo fa conosciuta come Pisu). I lavori del cantiere che porterà alla costruzione della Torre libraria, dove verranno ospitati i libri della Biblioteca civica e di quella universitaria, hanno portato alla luce diverse strutture risalenti all’epoca romana.

Si trovano con esattezza nell’area racchiusa tra il colonnato dell’ex nosocomio e il monastero di San Pietro Martire. Si tratta di ciottoli con svariate tracce di laterizi e pavimentazioni. In particolare la porzione centrale della stratigrafia è molto antropizzata e potrebbe celare ancora qualcosa.

Sulla questione è intervenuta La Rete, la consulta per la valorizzazione e per la tutela del territorio vercellese: «Approfondire lo scavo – spiega il coordinatore Maurizio Roccato – per evidenziarne le aree di maggior interesse sarebbe il primo passo che dovrebbe portare alla valutazione di una variante al progetto edilizio in corso, da modificare in modo da rendere visibili e accessibili i reperti sottostanti».

La Rete propone una pavimentazione in vetro calpestabile o fondazioni su micropali, con la valorizzazione archeologica stile underground. «Alternative del genere sono già state messe in atto in moltissimi contesti simili, ad esempio per il mosaico di Santa Elisabetta a Perugia. Oppure, per rimanere in città, al condominio di via Pastrengo, che è stato sopraelevato in corso d’opera per mantenere intatte e visitabili le banchine del porto canale di epoca romana ritrovate durante gli scavi di fondazione».

In tal senso è auspicabile la cooperazione di attori che operano sul territorio e che sono deputati alla cultura, perciò il Museo Archeologico della Città di Vercelli, il Museo Leone, la Società Storica e chiunque abbia a cuore la valorizzazione dei beni locali, senza l’esclusione dalle decisioni della Soprintendenza.

«Vercelli ha già perso troppi pezzi del suo passato antico – prosegue Roccato – e nonostante le intenzioni a fine Ottocento fossero promettenti si è poi assistito al graduale disinteresse per siti significativi come l’area dell’anfiteatro, le terme, la domus di via Dal Pozzo, la chiesa di San Bartolomeo, i ritrovamenti della Croce di Malta, la necropoli romana di Porta Torino o quella di via Asiago) o alla loro distruzione, vedi la maggior parte delle strutture della ex Casa della Pitardina o dell’opificio di via Derna».

«Anche per ciò che è appena stato scoperto negli spazi dell’ex parcheggione – conclude il coordinatore – ci auguriamo non si ripeta quanto successo in passato. La realizzazione di un polo culturale non può fondarsi sulla distruzione della cultura».

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